Cosa fare dopo il licenziamento? Come rimettersi in strada dopo aver subito una batosta di questo tipo sul piano professionale? Abbiamo già visto in un articolo dedicato come reagire al licenziamento, ora vogliamo fare un passo in più, guardando nel dettaglio come comportarsi nel concreto dopo la fine improvvisa di un rapporto lavorativo. Quali sono i passi essenziali da fare? Non tutti devono muoversi nello stesso modo: in alcuni casi la migliore strada è quella di ributtarsi rapidamente nel mercato del lavoro, mentre altre volte è possibile mettere momentaneamente in pausa la propria carriera lavorativa, prendendosi nel tempo per presentarsi ai potenziali datori di lavoro con skills aggiornate, o magari per ripensare completamente la propria carriera professionale. Nel momento in cui ci si interroga su cosa fare dopo il licenziamento, quindi, è bene ricordarsi che questa battuta d’arresto non solo non danneggia un’intera carriera, ma che anzi può essere vista come un’opportunità per ripensarla e rilanciarla.
Vediamo quindi quali sono gli step fondamentali e concreti per gestire in modo efficace il periodo dopo il licenziamento. Buona lettura!
Dopo il licenziamento: meglio valutare la propria situazione finanziaria
Inutile girarci intorno: uno dei problemi principali da affrontare dopo il licenziamento è quello di tipo economico. Certo, in un’occupazione si cerca molto più di una retribuzione: si cercano soddisfazione, sfide, crescita personale, socialità, e via dicendo. Ma di certo lo stipendio è tra le ragioni fondamentali che ci spingono a lavorare, e non stupisce quindi che tra le più importanti preoccupazioni per una persona che viene licenziata – magari all’improvviso – ci sia in prima fila quella economica. Ecco allora che, per organizzare al meglio il periodo successivo al licenziamento, sarà bene capire quanto sarà possibile restare senza un’occupazione retribuita senza intaccare gravemente la propria situazione finanziaria. In questo calcolo sarà bene tenere in considerazione tutti i cambiamenti economici conseguenti alla fine del rapporto lavorativo: si parla del venir meno della retribuzione mensile, ma anche della liquidazione, nonché tendenzialmente dell’assegno di disoccupazione (previsto in generale per chi ha maturato almeno 13 settimane di contributi negli ultimi quattro anni di lavoro). Una volta capito il budget a disposizione, si potrà organizzare al meglio i passi successivi, sapendo quanto ci si potrà dedicare ad attività come formazione, aggiornamento, ripensamento della carriera lavorativa e ricerca del lavoro.
La fine di un rapporto di lavoro come un’opportunità per ripensare la carriera
Un licenziamento può essere un’occasione preziosa per ripensare – laddove necessario – la propria intera carriera lavorativa. L’occupazione precedente era soddisfacente a livello professionale, personale ed economico? Si è stati licenziati per responsabilità proprie o per esigenze dell’azienda del tutto estranee al proprio impegno e al proprio operato? Capire le ragioni che hanno portato al licenziamento è essenziale per poter prendere le decisioni migliori per proseguire la propria carriera lavorativa: è possibile peraltro richiedere il supporto di un career coach, per avere un aiuto professionale per individuare gli step più efficace per riprendere il controllo della propria carriera.
Fare il quadro della situazione ed eventualmente fare formazione
Qualora si senta la necessità di aggiornare le proprie competenze, nel momento in cui il proprio budget sia sufficiente, oppure nel caso in cui si scelga di cambiare percorso professionale: questi sono solamente alcuni dei casi in cui, dopo il licenziamento, può essere prezioso dedicarsi a dei momenti di formazione. Le possibilità qui sono le più diverse: parliamo di corsi tematici, di master, di corsi professionalizzanti, di periodi di stage, e via dicendo. Quali sono le competenze necessarie ma mancanti per il lavoro che desideri? C’è un modo per entrarne in possesso? Ecco, queste sono alcune delle domande giuste da porsi dopo il licenziamento.
Dopo il licenziamento: aggiornare CV e profilo LinkedIn
Nel momento in cui dopo il licenziamento ci si sente pronti per avviare la ricerca di un nuovo lavoro, il primo passo da fare è quello di aggiornare il curriculum vitae nonché il proprio profilo LinkedIn. Per quanto riguarda il CV, sarà bene inserire l’esperienza lavorativa appena conclusa con relativa data di fine, senza peraltro indicare necessariamente come si è concluso il rapporto di lavoro: questo aspetto sarà eventualmente trattato – vedremo dopo come – durante i colloqui di selezione. È importante che il CV venga aggiornato e personalizzato per ogni singola candidatura, a partire dagli elementi effettivamente ricercati dall’azienda che pubblica l’annuncio di lavoro.
Oltre al CV è bene aggiornare e ottimizzare il profilo LinkedIn: spesso chi non è stato alla ricerca di lavoro per anni presenta un profilo LinkedIn datato o vuoto. Il consiglio è quello di investire un po’ del proprio tempo in questa pagina web, sapendo che potrebbe capitare sotto gli occhi di un head hunter in cerca di talenti e che, in ogni caso, sarà probabilmente ricercato e valutato dai recruiter che riceveranno le tue candidature. Meglio poter presentare un profilo completo, interessante e coerente con quanto riportato nel curriculum vitae!
Gestire il licenziamento con il potenziale datore di lavoro
A spaventare le persone, dopo il licenziamento, è soprattutto il momento in cui questo tema dovrà essere toccato durante i colloqui di lavoro. Qui è importantissimo prima di tutto essere onesti e trasparenti, cosa che peraltro sarà assolutamente semplice e conveniente nei casi in cui si sia stati licenziati per ristrutturazioni aziendali, downsizing, cambi di proprietà e via dicendo. Raccontare bugie può essere molto pericoloso, perché un buon recruiter cercherà quasi sicuramente delle referenze, e in caso di dubbi contatterà ex colleghi o ex datori di lavoro.
Il consiglio è quello di sfruttare quanto di buono l’ultima esperienza lavorativa ha rappresentato: gli impatti positivi sulle tue competenze lavorative, i traguardi raggiunti, nonché eventualmente le lezioni che si sono imparate proprio con il licenziamento. I recruiter apprezzeranno la sincerità, e soprattutto sapranno apprezzare un candidato che mostra entusiasmo di fronte a delle nuove sfide lavorative e alla possibilità di accrescere la propria esperienza.