Per quale motivo la tua azienda dovrebbe investire in head hunting per aggiungere un tassello prezioso al proprio capitale umano? In effetti per un’impresa ci sono diverse strade percorribili per assicurarsi competenze, esperienza e talenti per alimentare la propria crescita. Estremamente diffusa è per esempio la via del recruiting tradizionale, con il quale l’impresa – con o senza la collaborazione di un’agenzia di ricerca e selezione del personale – si mette alla ricerca di un nuovo collaboratore per mezzo della pubblicazione di un annuncio di lavoro. C’è poi l’ipotesi della selezione interna, e dunque della creazione di percorsi di crescita per i collaboratori già presenti.

Non sempre, però con un annuncio di lavoro si riesce ad arrivare al risultato sperato, sapendo anche che una larga parte dei processi “classici” di selezione del personale finiscono con un nulla di fatto, o con dei risultati deludenti; e ovviamente non è sempre possibile trovare internamente delle risorse che possano ricoprire determinati ruoli, sapendo peraltro che una promozione deve essere nella maggior parte dei casi accompagnata dall’inserimento di una nuova risorsa. Si capisce dunque che in molti casi investire in head hunting è l’opzione più sensata ed efficace.

Oggi vogliamo approfondire questo presupposto, spiegando i vantaggi per l’azienda di affidarsi a un head hunter. Buona lettura!

L’head hunting in sintesi

Ancora prima di spiegare uno per uno i vantaggi di investire in head hunting è bene spiegare effettivamente in cosa consiste il lavoro dell’head hunter, per meglio comprendere come questo professionista della ricerca e della selezione del personale si differenzia dal recruiter. L’head hunting si differenzia dal recruiting per l’approccio seguito e per le tecniche utilizzate: il recruiter inizia ogni nuova ricerca di personale con la pubblicazione di un annuncio di lavoro, laddove invece il cacciatore di teste mette in atto una caccia diretta dei talenti.

L’head hunter, dunque, non aspetta che i candidati si facciano avanti: va a contattarli direttamente, potendo fare affidamento su un network costruito nel tempo. Da qui si può intuire, peraltro, quanto possa essere fondamentale non solo affidarsi a degli head hunter, ma anche scegliere degli head hunter specializzati nel proprio settore.

Ecco che allora uno studio legale contatterà un cacciatore di teste specializzato nella ricerca di figure Legal, che un’azienda alla ricerca di un direttore commerciale opterà per un head hunter specializzato in area sales, e via dicendo.

Data questa introduzione, è possibile procedere con questa guida, e vedere per quali motivi investire in head hunting risulta vantaggioso per l’azienda alla ricerca di talenti qualificati.

Perché investire in head hunting

Possiamo riassumere i vantaggi della selezione di personale qualificato per mezzo di un head hunter in sei punti cruciali, che prendono in considerazione diversi aspetti della talent acquisition fatta da un cacciatore di teste.

Accesso ai candidati passivi

Ecco un primo grande e importantissimo motivo che spinge sempre più imprese a investire in head hunting: il cacciatore di teste, a differenza del recruiter, ha accesso ai candidati passivi. Abbiamo già spiegato altrove cosa si intende per candidati passivi, e qui saremo dunque veloci nella spiegazione: con questo termine indichiamo quei professionisti con le competenze e le esperienze desiderate da un’azienda, già occupati, ma potenzialmente interessati a una nuova opportunità di carriera.

Va da sé che queste persone, già inserite in un’impresa, molto difficilmente potranno scorgere un annuncio di lavoro, risultando così irraggiungibili in un processo di selezione del personale sviluppato secondo l’approccio del classico recruiting. Da qui, in uno scenario come quello odierno dominato dalla difficoltà di reclutamento e dal mismatch delle competenze, i tantissimi processi di recruiting inconcludenti.

Diverso è invece il caso dell’head hunting, sapendo che il cacciatore di teste inserisce nel processo di ricerca del personale un’attenta selezione di candidati passivi, agendo sulla propria rete di contatti per presentare all’azienda i migliori e più idonei talenti.
Ecco, quindi, il primo ed essenziale vantaggio per l’azienda di rivolgersi a un head hunter: la possibilità di mettersi in contatto con i migliori candidati, senza aspettare delle candidature che potrebbero non arrivare mai.

Riduzione del tempo di assunzione

Nel gergo delle risorse umane si parla di time to hire e di time to fill, due concetti simili ma non uguali. Con il termine time to fill si indica il periodo di tempo che intercorre tra la pubblicazione di un annuncio di lavoro e la finale accettazione del lavoro da parte del candidato selezionato; il time to hire, invece, indica più precisamente il periodo di tempo compreso tra la candidatura effettiva di una persona e la sua eventuale ed effettiva assunzione in azienda.

Purtroppo, molto spesso, questi periodi finiscono per dilungarsi molto, il che risulta svantaggioso sia per l’azienda, che desidera tipicamente immettere forze fresche il prima possibile; sia per i candidati, che non amano l’attesa; e si sa, l’insoddisfazione dei candidati si trasforma in modo diretto in un ulteriore svantaggio per l’azienda, in termini di employer branding (ma su questo si tornerà dopo).

Ebbene, investire in head hunting permette tra le altre cose di ridurre i tempi di selezione e di assunzione. Questo perché, come visto, affidandosi a un cacciatore di teste è possibile eliminare o ridurre al minimo la prima fase, dedicata dai recruiter alla pubblicazione dell’annuncio di lavoro, all’attesa delle candidature e infine alla loro scrematura. Un head hunter, potendo contare sul proprio network, può invece passare direttamente alla fase dei contatti e dei primi colloqui di lavoro.
Si capisce dunque che, per il business che desidera portare a termine con successo e in tempi brevi l’iter di ricerca e selezione, investire in head hunting è una scelta estremamente saggia.

Riservatezza del processo di selezione

Seguendo le classiche tecniche del recruiting un processo di selezione del personale è per forza di cose pubblico. Nel momento in cui il primo passaggio dell’iter è costituito dalla pubblicazione di un annuncio di lavoro, infatti, il controllo della diffusione di questa informazione viene meno, così come ogni pretesa a livello di discretezza.

Chi sceglie invece di investire in head hunting può invece avere i vantaggi di un processo di ricerca e selezione del personale riservato, grazie al lavoro mirato e puntuale del cacciatore di teste. E di certo gli scenari in cui una ricerca di talenti discreta è fondamentale non sono pochi: si pensi all’azienda che non vuole far sapere ai competitors che sta ampliando quel dipartimento, o al business che vuole sostituire un dirigente, o ancora, al processo di selezione del personale legato a riservate operazioni di fusione o accorpamento. In tutti questi casi, rivolgersi a una società di head hunting in luogo di un’agenzia di recruiting si rende la scelta più ovvia e sicura.

Maggiore fidelizzazione

Abbiamo spiegato più volte sulle pagine del nostro blog quanto sia fondamentale ottimizzare l’onboarding dei nuovi dipendenti, sottolineando quanto all’aumentare della cura di questi primi passaggi si riduca il tasso di turn over in azienda. In realtà il processo di fidelizzazione dei dipendenti inizia ancora prima, nella fase di selezione: è infatti al momento del primo colloquio di lavoro che il futuro collaboratore si interfaccia per la prima volta con l’azienda, ed è da quel preciso istante che inizia a delinearsi il rapporto con il datore di lavoro.

Qui l’head hunter specializzato può fare la differenza, poiché – essendo esperto in quello specifico settore – parla il medesimo linguaggio dei candidati. E questo non serve unicamente per fare una selezione più efficace, ma anche per instaurare fin da subito un rapporto autentico, trasparente con i candidati.

Vediamo altri ottimi motivi per investire in head hunting

Più precisione, più efficacia

Questo è forse il motivo più importante per investire in head hunting. Si tratta peraltro di un vantaggio così ovvio che lo tratteremo molto velocemente: affidarsi a un head hunter per la selezione di un professionista qualificato significa rendere il processo di selezione più efficace.

Questo perché, come visto, si rende possibile inserire nel processo anche dei candidati passivi, e quindi talenti con i requisiti ricercati altrimenti irraggiungibili; ma anche perché il cacciatore di teste specializzato, a differenza del recruiter generico, conosce effettivamente le esigenze, le sfide, i trend, le problematiche delle aziende di un determinato settore, così da poter offrire una consulenza di altissimo livello al momento della selezione dei migliori candidati.

Vantaggi per l’employer branding

Investire in head hunting, inoltre, significa rendere più efficace la propria strategia di employer branding. Il perché è subito spiegato, e deriva in modo diretto da quanto detto sopra: un cacciatore di teste specializzato riesce a organizzare un iter di selezione più professionale, più attento e più curato, così da garantire ai candidati un’esperienza migliore. L’immagine dell’azienda intesa come datore di lavoro ne risulta quindi valorizzata ed esaltata, a tutto vantaggio dell’employer branding: quei candidati dunque saranno propensi a presentare anche in futuro il proprio curriculum vitae, e saranno inoltre portati a parlare bene dell’azienda, innescando un circolo virtuoso, a rendere le successive ricerche di talenti più facili e ancora più efficaci.

Il costo di una cattiva assunzione

La convenienza di fare un investimento in head hunting risulta ancora più palese – visti i motivi elencati qui sopra – nel momento in cui si quantificano i costi un’assunzione errata. I quali, lo diciamo subito, sono alti, altissimi, ben superiori rispetto a quelli che si potrebbero stimare in un primo momento. Il costo di un’assunzione sbagliata, infatti, non è unicamente quello relativo all’eventuale ripetizione del processo di ricerca e di selezione del personale. C’è infatti di più.

Pensiamo a una risorsa inserita per errore, in seguito a una selezione poco attenta, che lascia l’azienda pochi mesi dopo l’inserimento. Tra i costi di questo errore sono da elencare quelli relativi al processo di onboarding, così come quelli relativi alla formazione. Ci sono ovviamente gli stipendi, sapendo che la risorsa dimissionaria e senza le giuste competenze non potrà essere produttiva quanto desiderato; ci sono gli eventuali benefit, nonché il danno d’immagine per l’azienda, in conseguenza agli errori, alle imprecisioni o ai ritardi da ricondurre alla risorsa erroneamente assunta.

Non vanno inoltre trascurati i costi “morali” per il team, nel vedere un nuovo collega andarsene in poco tempo, magari dopo aver dovuto aumentare gli sforzi per sopperire alle sue mancanze.

Non stupisce quindi il fatto che in media si tenda a stimare i costi di un’assunzione errata in una cifra pari alla retribuzione annua lorda della risorsa stessa: un errore nel processo di selezione del personale può dunque costare diverse decine di migliaia di euro.

ROI selezione personale: i vantaggi dell’head hunter per l’azienda

Arrivati fino a qui, dovrebbe essere esplicito quanto sia vantaggioso investire in head hunting, anche in termini matematici, e quindi anche guardando puramente al ROI della selezione del personale. Interrogarsi sulla redditività degli investimenti nel capitale umano – dalla ricerca e selezione fino alla formazione continua – è tutt’altro che errato.

Il presupposto di fondo, quando si parla del ROI selezione del personale, è semplice: investire in nuovi collaboratori, e quindi nella loro selezione e nella loro formazione, può essere controproducente nel momento in cui la loro permanenza in azienda risulti limitata nel tempo. Ci sono per esempio settori che, per determinati ruoli, calcolano una permanenza media di circa 18-24 mesi.

Diventa dunque fondamentale fare in modo che i neoassunti guardino a un orizzonte temporale più ampio, cosa che è necessario fare fin dal momento della selezione del personale: da una parte, costruendo fin da subito un rapporto costruttivo e vantaggioso per entrambi gli attori in gioco; dall’altra, selezionando solamente dei candidati realmente interessati a entrare a fare parte dell’azienda, per scartare invece dei professionisti votati a un veloce cambio di casacca.

Visti i fattori di cui sopra, affidarsi a un head hunter per un’azienda rappresenta un investimento strategico con un alto ritorno sull’investimento: un cacciatore di teste consente infatti all’imprese di risparmiare tempo e risorse, grazie alla gestione più efficace dell’iter di selezione. Sfruttando la propria rete di contatti e facendo leva sulla propria profonda conoscenza del mercato del lavoro e del settore, l’head hunter individua fin dall’inizio dei candidati allineati alle esigenze del business, riducendo significativamente i costi legati agli errori di assunzione, nonché i rischi di permanenza ridotta.

Adami&Associati: head hunter specializzati

Investire in head hunting vuol dire fare un investimento intelligente, strategico e ad alto rendimento: e lo è soprattutto, lo ripetiamo, scegliendo un cacciatore di teste specializzato nel proprio settore, evitando invece recruiter “generalisti”, che non possono conoscere le reali esigenze e le peculiarità di ogni area professionale.

Vuoi avere la certezza di inserire i migliori talenti della tua azienda, aggirando il mismatch delle competenze e puntando a talenti pronti a restare a lungo nel tuo team? Contattaci: i nostri head hunter sono pronti a selezionare i professionisti più adatti per la tua azienda!

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