Sono sempre più le imprese che decidono di investire maggiormente nel processo di ricerca e di selezione del personale, impegnando per esempio più risorse nello sviluppo del proprio employer branding, chiedendo il supporto di esperti cacciatori di teste, e via dicendo. Di certo nel momento in cui ci si addentra nel mondo della selezione del personale è facile trovare termini che a prima vista sembrano chiari e intuitivi, ma che approfondendo appena un po’ l’argomento si rivelano più complicati. Prendiamo per l’appunto i due termini protagonisti di questa guida, ovvero recruitment e talent acquisition: spesso questi vengono intesi come sinonimi, ma in realtà indicano due processi sostanzialmente differenti. Si potrebbe certo pensare che il fatto di trovarsi di fronte a delle parole inglesi aumenti la confusione, ma ci teniamo a sottolineare che anche nel mondo anglosassone i non addetti ai lavori tendono spesso a usare recruitment e talent acquisition come sinonimi. Le cose non stanno così: vediamo cos’è il recruitment e cos’è la talent acquisition.
Cos’è il recruitment?
Partiamo dal termine più semplice, ovvero recruitment, che può essere tradotto in italiano semplicemente come “reclutamento” anche se va detto che si tende a usare direttamente il termine inglese. Si tratta come è ovvio di un’attività all’interno del più ampio e variegato processo di ricerca e di selezione del personale, e come tale è portata avanti da addetti HR e recruiter; nel concreto, si tratta di individuare, attirare, selezionare e assumere dei candidati per degli specifici ruoli lavorativi all’interno di un’organizzazione nel momento in cui quest’ultima si trova a dover colmare una posizione vacante.
Si capisce quindi che il recruitment risponde a un bisogno ben preciso dell’azienda: assicurare che tutti i ruoli siano coperti, per evitare ritardi o blocchi della produzione.
E cos’è invece la talent acquisition? Come si differenzia dalla talent acquistion?
Cos’è la talent acquisition?
Anche con la talent acquisition restiamo nell’ambito della ricerca e selezione del personale, pur spostando lo sguardo più decisamente sul lungo termine. Fare talent acquisition significa infatti studiare in profondità le esigenze dell’azienda – attuali ma soprattutto future – e di conseguenza identificare dei talenti che possano – ora o in futuro – soddisfare tali bisogni. Non si tratta quindi di colmare delle posizioni vacanti, quanto invece di cercare in modo proattivo dei talenti capaci di garantire la crescita dell’azienda. Si parla per l’appunto di “acquisire dei talenti”, qualcosa di diverso dal semplice “reclutamento” visto sopra.
Recruitment e talent acquisition: cos’hanno in comune
Ecco una lista di elementi comuni tra recruitment e talent acquisition:
- entrambi sono attività del processo di ricerca e selezione del personale;
- entrambi hanno a che fare con dei candidati e mirano all’assunzione dei migliori;
- entrambi richiedono un’analisi delle esigenze dell’azienda, pur partendo da approcci differenti.
Reclutamento e acquisizione di talenti: le differenze
Per capire meglio quali sono le differenze tra recruitment e talent acquisition, vediamo schematicamente cosa caratterizza la prima attività:
- si concentra sul colmare delle posizioni vacanti;
- inizia tipicamente con la pubblicazione di annunci di lavoro;
- termina tipicamente con un’offerta di lavoro a un candidato e con la sua risposta affermativa;
- risponde a delle esigenze immediate o sul breve termine dell’azienda.
Diversamente, la talent acquisition:
- è un processo strategico;
- si basa su una pianificazione a lungo termine;
- include le attività di employer branding, di workforce planning e di networking;
- include anche il rafforzamento della mobilità interna aziendale;
- non termina con l’assunzione di un talento, ma continua ininterrotta, a prescindere dalla presenza di posizioni vacanti.
Acquisire talenti o reclutare personale?
Ecco una domanda che tutte le aziende si fanno nel momento in cui imparano la differenza tra recruitment e talent acquisition: meglio reclutare o meglio acquisire talenti? Ebbene, nessuna delle due attività esclude l’altra, anzi, entrambe fanno parte di una gestione ottimale dei processi di ricerca e di selezione del personale. Approfondendo ulteriormente la questione, è bene specificare che alcune aziende, per via della loro natura e per le loro caratteristiche, farebbero bene ad affidarsi soprattutto sulla talent acquistion, laddove altre volte un approccio votato maggiormente al recruitment può risultare più conveniente. Pensiamo per esempio alla piccola azienda con uno staff ridotto e con un livello di turnover effettivamente molto basso: in una situazione come questa, non dovendo affrontare regolarmente l’assunzione di nuovi dipendenti, ci si potrà concentrare soprattutto sul recruitment, rispondendo semplicemente alle eventuali “emergenze”; un’azienda di dimensioni anche solo leggermente superiori, ma in crescita oppure con un tasso di turnover più alto, farà invece bene a dedicare maggiore attenzione all’attività di talent acquisition, costruendo cioè nel tempo una rete di contatti di valore per assicurarsi i professionisti ideali per domani.
Un esempio per capire meglio la differenza
Pensiamo a un’evenienza del tutto normale, che accade in qualsiasi azienda, e che in un contesto standard non è mai un campanello d’allarme: un dipendente decide di dare le proprie dimissioni. Un addetto al recruitment, molto semplicemente, ne prenderà atto, e analizzerà le competenze necessarie della persona che dovrà sostituire il dipendente in uscita, per dare il via a un nuovo processo di recruiting: pubblicazione dell’annuncio di lavoro, scrematura dei curricula vitae ricevuti, contatto dei candidati, colloqui di selezione, e via dicendo.
L’approccio della talent aquisition è invece totalmente differente. Nessuna macchina di ricerca sarà infatti messa in moto appositamente per rispondere a quelle dimissioni: eventuali nomi già presenti nel proprio network con competenze simili a quelle ricercate verranno semplicemente passati a chi si occupa di recruitment. L’attenzione andrà invece nel capire nel concreto quali sono state le cause delle dimissioni: ci sono stati problemi nel team? È stata fatta un’assunzione sbagliata? Non sono stati offerti al dipendente sufficienti stimoli?
Si capisce quindi che non esiste un’attività “migliore” tra recruitment e talent acquisition. La seconda può garantire all’azienda risultati migliori sul lungo periodo, ma non può essere l’attività giusta da mettere in gioco nel momento in cui si ha la necessità di trovare una nuova risorsa in tempi brevi; ciononostante, va detto, l’attività stessa di talent acquisition rende il recruitment molto più efficace e più veloce.