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Settimana lavorativa di 4 giorni: gli esempi di chi l’ha già introdotta

La sfida delle aziende per aumentare la produttività, ridurre i costi e allo stesso tempo attirare e trattenere i migliori talenti si gioca – ormai è noto a tutti – sulla flessibilità. Ancor prima della retribuzione più elevata, il lavoratore del terzo millennio cerca infatti maggiore equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, nonché sostegno, riconoscimenti, e una cultura più inclusiva ed equa. Ecco che allora fino a qualche anno fa l’attenzione è stata posta sullo smart working, su quel lavoro agile che prima dell’emergenza sanitaria era per pochissimi, e che invece oggi – pur non essendo minimamente comparabile ai picchi del periodo del Covid – è la quotidianità di circa 3,6 milioni di lavoratori in Italia (stando ai dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, che sottolinea un incremento di ben il 541% in più rispetto al pre-Covid). Ora che per molti questa “battaglia” può dirsi vinta, si parla sempre più insistentemente della settimana corta, ovvero della settimana lavorativa di 4 giorni. E mentre il Parlamento discute la cosa, tante aziende stanno già testando la four day week: vediamo con quali risultati.

Il lavoro del Parlamento sulla settimana corta

Ma di cosa si parla nel concreto quando si cita la settimana lavorativa da 4 giorni? In effetti, generalmente parlando, si tratta di un concetto ancora abbastanza astratto, perlomeno a livello nazionale e normativo. Al rientro dalla pausa pasquale, in Parlamento è iniziata infatti la discussione sulle proposte di legge per la settimana lavorativa corta, la quale però è stata formulata in modi diversi dalle varie forze politiche: chi mira a un orario lavorativa di 34 ore a parità di retribuzione, chi ha una settimana lavorativa di 4 giorni con 32 ore lavorative, e chi parla più genericamente di “nuovi modelli organizzativi”. Sta di fatto che, mentre il Parlamento discute, in Italia ci sono già diverse aziende che hanno adottato – talvolta persino da anni – la settimana lavorativa di 4 giorni, lavorando direttamente sulla contrattazione aziendale.

La settimana lavorativa di 4 giorni in Europa: i risultati

Va detto che di esempi ai quali guardare per attuare la settimana corta, al di fuori dei confini nazionali, non ne mancano di certo. La prima a iniziare la sua rincorsa alla four day week è stata l’Islanda, a partire dal 2015, con dei test lanciati su settimane lavorative da 35-36 ore di lavoro. I test nello specifico sono durati 5 anni, con le imprese che hanno registrato un aumento della produttività; dall’altra parte, l’86% dei dipendenti ha deciso di adottare questo nuovo orario, che assicurerebbe una riduzione dello stress. Altro Stato che ha avviato delle sperimentazioni sulla settimana lavorativa da 4 giorni è stata poi la Nuova Zelanda, a partire dal 2018, a partire dallo stabilimento Unilever.

Se si dovesse cercare il test più ampio riguardante la four days week, il Paese a cui guardare è certamente la Gran Bretagna: tra il giugno e il settembre del 2022 61 imprese, sono state coinvolte in un test apposito. In tutto hanno così sperimentato la settimana corta da 4 giorni quasi 3.000 dipendenti, di volta in volta impiegati in ristoranti, software house, agenzie di selezione del personale, società no profit e via dicendo. Al termine del test, 38 aziende su 61 hanno deciso di estendere la sperimentazione, mentre altre 18 aziende l’hanno adottata in modo definitivo. Tra gli altri risultati interessanti del testo britannico ci sono l’aumento del benessere dei dipendenti, insieme a quello della soddisfazione generale, mentre si sono ridotti i livelli di stress, di affaticamento e di problemi di sonno. L’assenteismo è diminuito, mentre le assunzioni sono aumentate. E, infine, le entrate sono aumentate del 35%. Il modello maggiormente utilizzato e apprezzato è stato quello “100:80:100”, con il 100% della retribuzione a fronte dell’80% del tempo, a patto di mantenere il 100% di produttività.

Altri testi sono stati svolti in Spagna, a partire dal 2021, con termine fissato all’autunno del 2024; e in Belgio, in questo caso senza tagliare le ore, quanto invece ridistribuendo le normali ore settimanali su 4 giorni anziché su 5. Anche Giappone, Svezia e Stati Uniti stando sperimentando la settimana corta, in diversi modi.

Gli esempi di chi in Italia ha già adottato la settimana lavorativa di 4 giorni

Sulla spinta dei test fatti all’estero, molte aziende attive in Italia hanno deciso di anticipare – talvolta di parecchio – l’iniziativa parlamentare, introducendo la settimana lavorativa di 4 giorni. Va detto che, rispetto a quanto avviene altrove, le indagini mostrano che in Italia tendenzialmente si lavorano molte ore, a fronte però di una produttività di basso livello: l’introduzione della settimana lavorativa di 4 giorni risulta quindi di per sé meno facile di quanto accade all’estero. Detto questo, ecco alcune aziende che hanno già adottato la settimana corta:

  • Toyota Material Handling: con i suoi 700 dipendenti in provincia di Bologna, ha scelto di ridurre la durata dei turni da 8 a 7 ore, puntando ad aumentare la produzione all’interno del medesimo stabilimento;
  • Tria Spa: l’azienda lombarda, impegnata nella produzione di macchinari per il riciclo della plastica, ha condotto un test di 7 mesi su una settimana corta da 36 ore, senza variazioni di stipendio, chiudendo l’azienda alle 12 del venerdì;
  • Luxottica: l’azienda ha lanciato un testi di 20 settimane per delle settimane lavorative da lunedì al giovedì, coinvolgendo circa 10 dipendenti; 5 dei 20 venerdì vengono scalati dai permessi retribuiti, mentre 15 risultano a carico del lavoratore;
  • Awin Italia: impegnata nel settore del marketing, ha optato non per la settimana corta, quanto per la flexy week, spaziando tra una giornata libera settimanale o due mezze giornate libere alla settimana;
  • Lamborghini: l’accordo tra azienda e sindacati si è raggiunto in questo caso la settimana lavorativa da 33 ore e mezzo; nello specifico, si parla di una settimana lavorativa di 4 giorni alternata a una settimana da 5 giorni per chi lavora su 2 turni, e di 2 settimane da 4 giorni alternate a una settimana da 5 giorni per chi lavora su 3 turni.
  • Banca Intesa: l’Istituto di credito ha proposto la settimana lavorativa di 4 giorni su base volontaria ai propri dipendenti, con 4 giornate lavorative da 9 ore a parità di retribuzione;

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