Il Supply Chain Manager è un ruolo determinante all’interno di un’azienda dalle medie o grandi dimensioni che si occupano di produrre beni o di offrire servizi di vario genere alla clientela. In italiano, questo ruolo si identifica con il Tecnico degli acquisti e del processo di distribuzione.
Questa figura assume un ruolo di grande rilevanza strategica all’interno di una società, poiché interagisce sia con il comparto della produzione che con quello della distribuzione. Ma anche con il settore della vendita. E, con tutti i report in mano, si confronta con la Proprietà.
Quali sono le mansioni e le responsabilità del Supply Chain Manager? Qual è la formazione più adeguata per ricoprire questo ruolo? Quali sono le caratteristiche che deve avere il professionista che ha questa posizione? Quanto percepisce di stipendio?
Contesto lavorativo
Questa figura ricopre una posizione determinante e strategico all’interno di un’azienda. Ma quali sono i settori in cui questo ruolo è più richiesto? In genere, le società in cui viene sempre più richiesto l’impiego di questo professionista sono quelle che si occupa della produzione di beni e servizi.
Grande Distribuzione Commerciale
Le imprese che si classificano come Grande Distribuzione Organizzata sono rappresentate per lo più da ipermercati, supermercati o, comunque, tutte quelle realtà che prevedono una vendita di beni di diverso genere all’ingrosso. In un contesto lavorativo come questo, generalmente il Supply Chain Manager si occupa dei rifornimenti di magazzino, della vendita e degli acquisti.
Aziende produttive
Con il termine di aziende produttive si identificano tutte quelle realtà che hanno il compito di utilizzare le materie prime o i semilavorati per la realizzazione di beni. In queste imprese il professionista in questione di occupa sia del rifornimento, che degli acquisti e della vendita dei prodotti. Ma ha anche un ruolo centrale nel coordinamento e controllo della produzione degli articoli.
Imprese di servizi
Questo genere di imprese si occupa della vendita di servizi. E che, per garantire un alto livello qualitativo delle proprie prestazioni, necessitano dell’acquisizione di attrezzature di vario genere, come articoli da ufficio, strumentazione tecnica o piani di telefonia e internet.
Le mansioni
Il Supply Chain Manager è colui che si occupa di analizzare quali siano i prodotti da acquistare che rispondano al meglio agli standard aziendali. Una volta individuati gli articoli più performanti, ha il compito di negoziare il budget, facendo attenzione a seguire le direttive precedentemente accordate la Proprietà.
Prima di ottenere questi risultati, il professionista che è impiegato in questa posizione deve procedere con un’analisi completa ed approfondita dei fornitori presenti nel mercato. Ed, eventualmente, valutare l’acquisizione di nuovi grossisti.
Tra i compiti cruciali di questa figura c’è anche quello della gestione dell’intero processo di acquisto. Compresa la fase riguardante le trattative e la stipula degli accordi commerciali. Questa figura, infatti, non si occupa solo dell’analisi delle proposte di mercato, ma anche dell’aspetto più commerciale riguardante l’acquisizione di un nuovo fornitore.
La pianificazione degli acquisti
La pianificazione degli acquisti è una delle mansioni principali del Supply Chain Manager. Il suo lavoro, infatti, non termina al momento della stipula di una partnership con il fornitore. Una volta definiti gli accordi commerciali, è suo compito controllare i trend delle vendite e, in base ai risultati ottenuti, modificare i prezzi di vendita al pubblico o rivedere le quantità dei prodotti al prossimo rifornimento.
Innovative thinking
Questa figura deve essere in grado di coordinarsi al meglio con i team che si occupa degli acquisti, della vendita e della produzione. E per fare in modo che all’interno dell’azienda venga sempre dato l’opportuno spazio all’innovazione interna in tutti questi settori, è necessario che sia in grado di dare ai propri colleghi il giusto ossigeno all’innovative thinking.
Formazione
Al momento nel nostro paese non sono presenti dei corsi di studi in grado di formare le nuove leve per questa specifica figura. Tuttavia, chi vuole intraprendere questa carriera può valutare l’ipotesi di frequentare un ciclo di studi universitari in Economia e Management, Ingegneria Gestionale, Ingegneria dei Trasporti o affini. E, al termine di esso, procedere con un Master specifico.
In alternativa, si può sempre valutare l’ipotesi di iscriversi ad uno dei corsi professionalizzanti organizzati dall’Associazione Italiana Acquisti e Supply Management. Quest’ultimi non hanno ancora valore a livello legale ma la frequentazione di queste lezioni verrà vista sicuramente con un occhio di riguardo da parte degli head hunter.
Determinante in fase di colloquio, aver conseguito una formazione specifica in ambito di programmazione del comparto della logistica, pianificazione degli acquisti, gestione del magazzino, stoccaggio dei rifornimenti e negoziazione commerciale con potenziali fornitori e clienti.
Requisiti richiesti
Il professionista che ambisce a questo ruolo all’interno di un’azienda deve distinguersi per il suo carattere dinamico, poliedrico, curioso ed intraprendente. Tra le peculiarità che devono spiccare c’è la capacità di analisi e di pianificazione. A completare il profilo, ai aggiungono anche leadership, forward thinking e problem solving.
In fase di recruiting, viene sempre visto con un occhio di riguardo il potenziale dipendente che abbia alle spalle un periodo di esperienza già maturata all’interno della società stessa o, comunque, nel medesimo settore.
Il candidato prescelto viene generalmente inserito all’interno della società con un profilo junior e in seguito affiancato ad un collega che abbia maturato già diversi anni di lavoro nella medesima posizione. E da cui possa imparare tutti i segreti del mestiere, come ad esempio il Direttore degli approvvigionamenti e degli acquisti.
Quanto guadagna il Supply Chain Manager?
Il professionista che ricopre questa posizione percepisce generalmente uno stipendio medio che si aggira attorno ai 56.000 euro lordi annui. La cifra può oscillare da un minimo di 34.000 euro ad un massimo di 85.000 euro lordi annui. La retribuzione di questa figura si compone generalmente di due parti: una fissa di base ed un’altra variabile. Quest’ultima dipende generalmente dal raggiungimento degli obiettivi e può arrivare fino ai 15.000 euro annui.
La paga mensile può variare molto in base a diversi fattori come, ad esempio, le dimensioni dell’azienda in cui è stato assunto, gli obiettivi di fatturato prefissati dalla Proprietà, l’esperienza precedentemente maturata dal candidato in questione. In molti casi, oltre al salario, vengono previsti diversi benefit, come la macchina aziendale, lo smartphone e il pc portatile.