
Entrare nel radar delle migliori agenzie di head hunter significa avere buone probabilità di far fare un importante passo in avanti alla propria carriera. Gli head hunter, o come vengono chiamati in Italia, i cacciatori di teste, sono infatti alla costante ricerca di talenti: il loro ruolo è infatti quello di conoscere i migliori professionisti di un determinato settore, di entrare in contatto con loro, di scoprirne i punti forti e le skills, in modo da poterli poi presentare alle aziende clienti che aprono dei processi di ricerca e di selezione del personale.
Quindi sì, il contatto di un cacciatore di teste può essere davvero fondamentale. Ma farsi notare dalle agenzie di head hunter non è scontato. È necessario infatti distinguersi, diventare più visibili, di modo che gli occhi degli head hunter riescano a distinguere un preciso professionista in mezzo a tutti gli altri.
Oggi vedremo, quindi, come farsi notare dalle agenzie di head hunter, e dunque come aumentare le possibilità di sentirsi fare la tipica offerta “che non si può rifiutare”.
Come visto, il compito di chi lavora nelle agenzie di head hunter è quello di ampliare giorno dopo giorno il proprio network di contatti, all’interno di un sistema che, almeno in parte, si autoalimenta. Questo significa, di fatto, che anche chi desidera entrare nel radar del cacciatore di teste deve curare il proprio network, in modo che la sua reputazione lo preceda, fino ad arrivare alle orecchie del recruiter. Il collega, l’ex datore di lavoro, l’amico dell’amico, lo stagista che passa il tempo a fare fotocopie: chiunque potrebbe contribuire a far arrivare un nome alla persona giusta.
Dall’esterno, distrattamente, si potrebbe pensare che un cacciatore di teste valga l’altro, e che tutte le agenzie di head hunter si occupino delle stesse procedure di ricerca e selezione del personale. Ebbene, non è così.
I migliori head hunter, infatti, sono quelli che si specializzano in settori particolari, occupandosi, per esempio, unicamente del reclutamento di talenti nelle aree finance, banking e insurance, mentre un altro cacciatore di teste sarà invece specializzato nel settore automotive, oppure nel settore legal.
Prima di puntare un cacciatore di teste e muoversi in modo da entrare nel suo network, quindi, è bene assicurarsi che questo si occupi del settore al quale si è interessati.
Gli head hunter si distinguono dai normali recruiter per il metodo utilizzato per ricercare il personale, il quale si configura per l’appunto come una caccia diretta, sul campo.
Questo non significa, però, che i cacciatori di teste non usino anche il web per individuare i migliori talenti. Tra i canali più efficaci, in tal senso, c’è ovviamente LinkedIn. Questo significa che, per riuscire ad attirare l’attenzione di un head hunter, è molto importante curare il proprio profilo LinkedIn, il quale deve essere completo, aggiornato e intrigante. È dunque necessario avere una buona descrizione, riportare in modo chiaro esperienze professionali e competenze, avere una foto profilo professionale e, infine, mantenere il profilo attivo (un profilo dormiente e abbandonato a sé stesso, infatti, ha minori possibilità di finire sotto gli occhi di un recruiter). Chi ha delle difficoltà nel gestire in modo efficace il proprio profilo può approfittare di un servizio di consulenza profilo LinkedIn, così da non farsi sfuggire questa opportunità!
Questo consiglio sarebbe dovuto essere in cima alla lista, ma si sarebbe rischiato di iniziare con una banalità. Eppure molte persone non ci pensano: per entrare nel radar di un head hunter è necessario impressionare positivamente i proprio colleghi, i propri lavoratori, i propri clienti e perfino i propri concorrenti.
Un lavoratore che non dà il massimo e che non si distingue in azienda, infatti, non potrà mai interessare realmente un head hunter che, prima di proporre un nome a un’azienda cliente, farà ovviamente tutte le ricerche del caso.
Le agenzie di head hunter non sono certamente l’unico canale per trovare un buon lavoro. Questo va sottolineato, per ricordare a tutte le persone che sono alla ricerca di un nuovo posto di lavoro che, per raggiungere il proprio obiettivo il prima possibile, è necessario utilizzare in modo efficace tutti i canali a propria disposizione.
Difficilmente l’head hunter contatta un solo professionista per una posizione aperta. Molto probabilmente, almeno all’inizio, i contatti del cacciatore di teste saranno parecchi, per procedere poi con una scrematura progressiva. Ovviamente l’head hunter non può pretendere un’immediata disponibilità per un colloquio conoscitivo, ma non può certo aspettare a lungo: molto meglio, quindi, non fare i preziosi, e trovare quanto prima uno slot per incontrare l’agenzia di selezione del personale.
Nel momento in cui si viene contattati da un head hunter, è necessario essere pronti con un curriculum vitae chiaro, completo e aggiornato: non è certo questo il momento di fare una brutta impressione.
Chi è alla ricerca di un nuovo lavoro, o chi accarezza l’idea di dire di sì a una proposta lavorativa interessante, dovrebbe riprendere in mano regolarmente il proprio cv, riportando le nuove competenze, aggiornando i dati relativi alle esperienze professionali e apportando, quando necessario, dei veri restyling a livello grafico.
Nel momento in cui si entra in contatto con un cacciatore di teste è bene creare un rapporto vero e bidirezionale. Chi viene contattato ha bisogno di un lavoro, mentre il recruiter ha bisogno di informazioni di valore, di altri contatti e perfino di suggestioni.
Non è detto, infatti, che il primo contatto con un head hunter sia quello decisivo; l’importante, quindi, è dimostrarsi disponibili e capaci, in modo da essere presi in considerazione anche per un’altra ricerca di personale nel futuro.
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