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Lettera di presentazione sì o no?

Abbiamo già visto come scrivere una lettera di presentazione del curriculum vitae. Oggi, invece, vogliamo rispondere a una domanda che praticamente tutte le persone si pongono nel momento in cui si mettono alla ricerca di un lavoro: vale la pena di scrivere una lettera motivazionale, da allegare al proprio cv, al momento della candidatura? Si sa, scrivere un testo in cui ci si presenta e in cui si spiegano i motivi per cui si invia la propria candidatura, inizialmente, può sembrare molto semplice. Si tratta infatti di un testo che deve essere breve e che deve parlare di un soggetto che conosciamo molto bene: noi stessi. Eppure, proprio per via del suo valore, scrivere una lettera di presentazione aziendale non è per nulla semplice come potrebbe sembrare, e lo sanno tutti quei candidati che, alla fine, hanno deciso di non allegare nessuna lettera di presentazione ai propri cv. Ma è giusto o sbagliato? Vale la pena concentrare le proprie energie e il proprio tempo su qualcos’altro – come sulla revisione del curriculum vitae o sull’ottimizzazione del profilo LinkedIn – o invece è bene lavorare a questo testo di accompagnamento del cv? Insomma, lettera di presentazione sì o no?

Lettera di presentazione: di cosa si tratta

Prima di pensare se è il caso o meno di scrivere una lettera di presentazione, è bene capire di cosa si tratta e qual è, quindi, la natura di questo breve testo di accompagnamento. In molti si rivolgono a questo documento con il nome di “lettera motivazionale”, il che ci dice qualcosa in più sulle sue caratteristiche. Si tratta, infatti, di un testo che ha lo scopo di portare all’azienda, o ai recruiter, quelli che sono i motivi per cui si è deciso di candidarsi che, di fatto, sono anche i motivi per i quali l’azienda dovrebbe scegliere di prendere in considerazione il proprio profilo professionale. Come si può intuire, la lettera di presentazione non deve ripetere in forma narrativa delle informazioni che sono già state elencate schematicamente nel curriculum vitae: questo testo deve dire qualcosa in più, qualcosa di antecedente, qualcosa che deve spingere il recruiter a tenere in particolare considerazione il cv allegato.

Lettera di presentazione sì o no: perché sì

Cerchiamo quindi di capire perché scrivere una lettera di presentazione. Prima di tutto è bene capire che la lettera di presentazione è un vantaggio già di per sé. In che senso? Semplice: chi è chiamato a selezionare un candidato tra una rosa di professionisti che si sono proposti per un determinato posto di lavoro deve considerare le competenze, l’esperienza professionale, l’impegno e le attitudini dei vari candidati. Pensiamo di avere – per assurdo – 10 curricula di 10 professionisti che praticamente si equivalgono sotto ogni aspetto, a livello di skill, di esperienze e di titoli. Come scegliere i 5-6 professionisti da contattare per un colloquio di lavoro? Non si può certo tirare a sorte. Ecco, allora, che a fare la differenza potrebbe essere proprio la lettera di presentazione e ancor prima la sua semplice presenza. La persona che decide di non accompagnare il cv con una lettera motivazionale potrebbe infatti essere vista come distratta, pigra o in ogni caso meno desiderosa di avere quel posto, così da far cadere inevitabilmente la preferenza sugli altri candidati.

Lettera di presentazione sì o no: perché no

Chi non scrive la lettera di presentazione lo fa perché, questo testo, non risulta particolarmente semplice e immediato da scrivere, giustificandosi con pensieri del tipo “tanto ho già detto tutto nel cv” oppure “tanto non la legge nessuno”. Ebbene, come abbiamo visto, la lettera di presentazione è chiamata a dire cose che non sono e che non possono essere presenti nel cv. E’ sbagliato pensare che la lettera di presentazione non venga letta da nessuno. Certo, è legittimo pensare che una lettera di presentazione di 3 righe standard, indirizzata a una generale “azienda”, scopiazzata e riutilizzata per ogni singola candidatura da migliaia di persone non verrà letta, ma una lettera di presentazione personalizzata, pensata per quella precisa offerta di lavoro e per quell’offerta, in cui si presentano effettivamente le proprie peculiarità, verrà quasi certamente letta.
Si potrebbe poi pensare che, anziché scrivere una lettera di presentazione aziendale, sia bene concentrarsi su altre attività necessarie per trovare lavoro in tempi brevi, ovvero revisionare il curriculum vitae, aggiornare il proprio profilo LinkedIn, allenarsi in vista dei colloqui di lavoro e via dicendo. Questo, però, sarebbe sbagliato: la lettera di presentazione è generalmente il primo contatto tra candidato e recruiter, prima del cv, prima di LinkedIn, e può compromettere tutti i passaggi successivi. Quindi è bene dare la priorità a questo strumento, per poi dedicarsi al cv, a LinkedIn e così via!

Meno candidature, più qualità

Senz’altro va ricordato, che è sempre bene dedicare più tempo alle singole candidature più importanti, evitando invece di inviare ogni giorno decine di cv per annunci di lavoro che hanno poco a che fare con la propria carriera o per le quali si hanno ben poche possibilità di essere selezionati. Non ci sono dubbi: per come è fatto il mercato del lavoro al giorno d’oggi, è sempre meglio lavorare bene su una singola candidatura anziché farne 10 fatte male. Ecco allora che, prima di rispondere a un’offerta di lavoro, si analizzerà per bene l’annuncio, si raccoglieranno informazioni sull’azienda che assume, si aggiornerà il cv e si personalizzerà la lettera di presentazione, per poi effettuare una revisione generale prima di procedere all’invio. Vale davvero la pena farlo!

La lettera di presentazione obbligatoria

Inoltre, è da sottolineare che in certi casi la lettera motivazionale è obbligatoria, ovvero viene richiesta direttamente nell’annuncio di lavoro dall’azienda che offre un’occupazione. In questi casi non ci sono davvero scuse, né possibilità di fuga: chi risponde a un annuncio di lavoro che richiede espressamente una lettera di presentazione senza accompagnare il cv con un testo motivazionale di fatto si autoesclude dalla corsa, sprecando il proprio tempo come quello del recruiter.

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