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La lettera di referenze secondo le società di ricerca personale

L’importanza di una buona lettera di referenze

Lettera di referenze: sì o no? Sono sicura che molti di voi, al momento della ricerca di un nuovo posto di lavoro, si sono posti almeno una volta questa domanda. All’estero accompagnare il proprio curriculum vitae con una o più lettere di referenze è un fatto normalissimo, in alcuni casi persino dovuto. In Italia, invece, questa è una pratica ancora poco diffusa. I motivi di questa mancanza sono tanti: in certi casi, per esempio, si pensa erroneamente che una lettera di referenze possa essere assimilata ad una ‘raccomandazione’, ad una ‘spintarella’ sleale. È invece vero il contrario. Una lettera di referenze fatta bene è infatti un semplice documento contenente informazioni neutre e oggettive, redatta da un precedente datore di lavoro il quale non fa altro che confermare le attività svolte in passato dal candidato. Nulla di furbesco o malizioso, dunque, anzi: allegare al proprio curriculum vitae una lettera di referenze può facilitare il lavoro di una società di ricerca personale, la quale come sappiamo sfrutta ogni strumento a propria disposizione per verificare in modo esaustivo e puntuale le capacità e le competenze di ogni candidato.

Perché ad una società di ricerca personale servono delle referenze?

Per capire l’importanza di cui è rivestita una lettera di referenze potrebbe essere utile mettersi nei panni di chi si ritroverà a leggerla: può essere un possibile datore di lavoro, oppure un consulente di un’agenzia di selezione. Come sapete, il ruolo di una società di ricerca personale è quello di presentare i migliori candidati possibili alle aziende: per fare questo, i selezionatori eseguono una serie di controlli sulle informazioni contenute nel curriculum vitae.

Molte domande ad hoc per verificare l’effettiva esperienza e capacità dei candidati vengono ovviamente poste durante il colloquio conoscitivo preliminare, ma quest’ultimo rappresenta solo una delle tante fasi che costituiscono l’intero processo di selezione del personale. Uno dei metodi più efficaci per capire se un candidato è davvero in grado di fare quanto dichiara è quello di contattare i datori di lavoro e i collaboratori precedenti.

Potete starne certi: qualsiasi cosa scriviate nel vostro curriculum vitae – a maggior ragione nel caso di figure professionali di alto rilievo, ma non solo – gli head hunter contatteranno alcune delle realtà lavorative in esso citate per avere riscontri, informazioni aggiuntive, rassicurazioni e delucidazioni. Presentare una o più lettere di referenze, da questo punto di vista, significa fornire un’ulteriore prova della propria professionalità, indirizzando almeno in parte i controlli del cacciatore di teste.

Non tutte le lettere sono uguali: ad ogni candidato la sua

Come potete capire, dunque, richiedere una lettera di referenze al proprio datore di lavoro al termine di un contratto può essere una mossa molto intelligente e lungimirante. Va però sottolineato che esistono tanti tipi di lettere di referenze quanti possono essere i loro utilizzi.

La forma più immediata consiste in un documento brevissimo e quasi standardizzato, nel quale vengono confermate semplicemente le informazioni già riportate nel curriculum vitae. Non sarà di certo questa lettera ad assicurarvi il posto di lavoro dei vostri sogni, ma potrà sicuramente fare una buona impressione agli occhi dei recruiter di una società di ricerca personale.

All’estero, rilasciare questo tipo di documento alla fine di un rapporto lavorativo è di fatto una prassi; in Italia, invece, nella maggior parte dei casi, perfino questo stringatissimo attestato va richiesto espressamente, soprattutto nelle piccole e medie realtà imprenditoriali.

Per fare un piccolo passo in più, l’ex datore di lavoro può aggiungere dei brevi commenti riguardanti le attività svolte dal candidato, indicando eventualmente anche alcune caratteristiche personali premianti, come la disponibilità, la flessibilità, l’impegno e la correttezza. Questo tipo di lettera di referenze è particolarmente indicata per i lavoratori più giovani, i quali non hanno ancora ricoperto ruoli di rilievo: in questo modo, infatti, è possibile esaltare le poche informazioni contenute nel curriculum vitae.

La lettera di referenze più approfondita, con delle descrizioni dettagliate delle attività svolte, è invece indicata per i candidati che hanno ricoperto ruoli importanti: in questo caso, però, è un bene assicurarsi che l’ex datore di lavoro non esageri nel decantare le lodi del soggetto interessato. Il rischio, infatti, è quello di ritrovarsi tra le mani un attestato in odore di artificiosità, il quale risulterebbe del tutto inservibile ai fini di una candidatura. Risulta molto più utile, invece, redarre un documento puntuale ma dai toni neutri, lasciando precisi riferimenti aziendali, così da invitare il recruiter a contattare direttamente i responsabili per ulteriori approfondimenti.

L’ultimo e più completo tipo di lettera di referenze è quella che viene indirizzata ad una persona specifica all’interno di un’azienda, redatta non più come semplice corredo del curriculum vitae, ma come supporto ad una peculiare candidatura. Il destinatario, dunque, non è più una società di ricerca personale o un generico datore di lavoro, ma un determinato dirigente con nome e cognome. In questo caso, lo scrivente – un ex datore di lavoro, un ex capo o un ex collega – può andare maggiormente nel dettaglio con la descrizione del candidato, sottolineando tutte le caratteristiche che lo rendono adatto ad una particolare posizione lavorativa. È quasi superfluo dire che questa tipologia di lettera è la più efficace tra quelle qui elencate.

Una lettera per incentivare una preziosa telefonata

Potete dunque capire che, dopo un buon curriculum vitae e dopo una lettera di presentazione scritta ex novo per ogni annuncio di lavoro, un altro potente strumento nelle mani dei candidati è costituito dalla lettera di referenze. Per questo motivo, non dimenticate mai di domandare un attestato delle vostre capacità prima di lasciare un’azienda: non vi costerà nulla, e potrà esservi davvero utile.

Se siete agli inizi della vostra carriera lavorativa, questo piccolo documento potrà esaltare il vostro potenziale nel mare magnum dei curricula raccolti dalle società di ricerca personale; se invece avete alle spalle anni di eccelse esperienze professionali, una lettera di referenze potrebbe chiarire agli occhi del selezionatore i motivi dell’interruzione del vostro ultimo rapporto lavorativo.

Ricordate che i vostri ex datori di lavoro verranno in ogni caso contattati: presentare delle lettere in cui essi stessi si dichiarano disponibili a confermare quanto riportato nel vostro curriculum non può quindi che giocare a vostro favore. Tutto ciò, beninteso, a patto che essi siano realmente disposti a parlare bene di voi: ma questo è senz’altro un altro discorso.

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