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Export Manager: ruolo, compiti, competenze e guadagno

L’Export Manager è uno tra i profili più ricercati dalle aziende in questo periodo. Nel corso degli ultimi mesi, infatti, la richiesta di questa figura professionale ha visto un incremento del 20% nel mercato del lavoro. E si rivolge, per lo più, ad individuare candidati che dispongano di almeno cinque anni di esperienza nel settore e che abbiano acquisito un’eccellente capacità a destreggiarsi tra i mercati esteri. 

Ma quali sono le competenze e le responsabilità dell’Export Manager? Di cosa si occupa all’interno dell’azienda? Qual’è il percorso formativo più indicato per svolgere questa carriera? Quanto guadagna questo professionista?

Le mansioni

In un particolare periodo storico ed economico come quello che stiamo vivendo attualmente, è diventata una vera e propria necessità quella di inserirsi all’interno dei mercati esteri. Per aumentare le possibilità di vedere incrementato il proprio fatturato, molte aziende ritengono opportuno proporre i propri prodotti e servizi non solo dentro il territorio nazionale, ma espandendosi anche oltre confine.

All’interno di una dinamica come questa, di conseguenza, diventa indispensabile la figura dell’Export Manager. Questo professionista, infatti, ha il compito di studiare approfonditamente il mercato estero di riferimento e di occuparsi dell’esportazione dei prodotti in quel paese. Ma anche creare nuove linee di articoli ad hoc per il consumatore locale.

Le categorie

Quando si parla di Export Manager, bisogna suddividere questo ruolo in due principali categorie di professionisti: i farmer e gli hunter . I primi sono coloro che si occupano di gestire un portafoglio clienti stranieri già esistente ed implementarlo con nuovi contatti. 

Gli hunter, invece, sono coloro che si occupano di creare da zero il fatturato in una determinata nazione di riferimento. O, comunque, di incrementare i profitti in quel mercato in modo sostanziale. Il loro compito è quello di individuare nuovi potenziali clienti o nuovi target di potenziali persone interessate al prodotto o al servizio proposto dall’azienda. 

La carriera di Export Manager

Come inizia e si sviluppa nel tempo la carriera dell’Export Manager. Innanzitutto è bene ricordare che, prima di arrivare a ricoprire un ruolo manageriale di questo tipo è indispensabile svolgere qualche anno di gavetta in cui apprendere i segreti del mestiere e le varie dinamiche di mercato.

A questo segue poi un periodo in cui il candidato assume il ruolo di Export Area Manager, in cui si occupa sì del mercato estero, ma con delle responsabilità limitate. Questo lasso di tempo si quantifica, generalmente, in due o tre anni. 

Se il professionista svolge un buon lavoro, gli verranno affidate ulteriori mansioni che riguarderanno aree sempre più vaste di mercato. Fino a raggiungere la piena responsabilità di mercati sempre più importanti. Da qui il passo per diventare Area Manager prima e Responsabile Vendite Estero dopo è dietro l’angolo.

Il percorso formativo

Chi vuole aspirare a diventare un Export Manager dovrebbe prima di tutto avere una laurea. I percorsi accademici che si adattano meglio a ricoprire questo ruolo sono quelli in cui vengono approfondite tematiche inerenti alle politiche internazionali e a quelle economiche. Tra i più indicati per l’occasione, ad esempio, si può trovare Giurisprudenza o Economia, meglio se con indirizzo internazionale. 

Una volta ottenuta la laurea, è preferibile proseguire gli studi con un Master specifico che aiuti il candidato ad approfondire le specifiche competenze necessarie a svolgere questo ruolo in azienda. Al momento della scelta del corso, quindi, è preferibile optare per quello che si occupi di internazionalizzazione delle aziende, esportazioni e marketing

Da non dimenticare, infine, che al momento della presentazione della propria candidatura, l’head hunter propenderà di più per scegliere il potenziale dipendente che avrà già svolto uno stage sul campo.

Le competenze

Un bravo Export Manager deve innanzitutto avere un’ottima conoscenza delle lingue straniere. Questa peculiarità è imprescindibile per chiunque voglia lavorare con l’estero. Indispensabile, quindi, la conoscenza fluente della lingua inglese, sia scritta che parlata. Ad aumentare le possibilità di venire scelti in fase di colloquio è anche la conoscenza di una seconda o di una terza lingua. 

Questa figura professionale, inoltre, dovrebbe essere in grado di padroneggiare in autonomia degli strumenti di marketing e di promozione. Deve avere ottime doti di comunicazione e la capacità di intercettare le esigenze della potenziale clientela di riferimento straniera, creando quando necessario delle soluzioni ad hoc. E’ indispensabile, quindi, dimostrare di avere anche delle capacità di mediazione culturale.

La persona che ambisce a questo ruolo, infine, deve avere una buona dimestichezza con budget, analisi di mercato e studi di settore al fine di garantire all’azienda per cui lavora un ritorno certo in termini economici. Ma, soprattutto, per evitare il rischio di sprecare tempo e risorse all’interno di settori che danno un profitto basso. 

Diritto internazionale

La conoscenza del diritto internazionale è necessaria per l’Export Manager. L’introduzione di un particolare prodotto o servizio all’interno di un mercato diverso rispetto a quello italiano, deve essere fatta dopo uno studio accorto del quadro legislativo del paese di riferimento. In questo modo, è possibile evitare il rischio da parte dell’azienda di compiere azioni illegali nel paese in cui vuole espandersi. E, di conseguenza, limitare il più possibile la possibilità di incorrere in sanzioni amministrative o pecuniarie di sorta.

Quanto guadagna?

Quanto guadagna l’Export Manager? Lo stipendio di questa figura può variare di molto in base alle precedenti esperienze lavorative effettuate dal candidato, se proviene da un settore attinente e se conosce o meno il prodotto venduto dall’azienda. 

Come accade per molte altre posizioni, anche questa richiede un certo periodo di tempo di gavetta, in cui apprendere tutte le dinamiche del lavoro. Non solo. Bisogna precisare anche che lo stipendio di questo professionista tempe ad aumentare in base agli anni di esperienza maturati allo stesso livello. Scendendo più nello specifico, un entry level può guadagnare tra i 20.000 e i 25.000 euro annui lordi. 

Chi, invece, è riuscito a maturare un certo numero di anni di esperienza in questo settore (almeno 4 o 5), può arrivare ad uno stipendio che oscilla tra i 40.000 e i 45.000 euro lordi all’anno. Via via che l’esperienza aumenta, più la sua capacità di destreggiarsi nei mercati esteri è fluente. E, di conseguenza, si può aspirare a raggiungere gli 80.000 euro annui.

 

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