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Career coaching: le 6 abitudini che mettono a rischio la carriera

Studiare, aggiornarsi continuamente, innovare, non sentirsi mai arrivati, coltivare la propria reputazione offline e online. Sono questi i principali segreti per fare carriera.

Come direbbe qualsiasi esperto di career coaching: “una buona carriera si costruisce infatti sulle competenze, sui risultati ottenuti, sulla reputazione e sulla voglia di fare.”

C’è chi pensa che, una volta raggiunto un certo titolo professionale, la strada sia ormai tracciata verso il successo. Non è così, per diventare insostituibili, per crescere ancora, per non restare bloccati, è invece necessario fare di più sfruttando i propri talenti per seguire altri progetti e per creare nuovo valore.

Non è tutto qui. Anche il migliore dei lavoratori potrebbe restare vittima di una o due abitudini rischiose, piuttosto comuni che possono mettere a repentaglio un’intera carriera.

In un buon percorso di career coaching, oltre ad individuare i propri punti di forza, è necessario isolare anche i propri punti deboli in modo da potere eliminare fin da subito alcun dei principali ostacoli che si potrebbero incontrare sul posto di lavoro.

É preziosa, da questo punto di vista, l’analisi effettuata da Kerry Goyette, presidente di Aperio Consulting Group (una società statunitense che si occupa anche di career coaching), che sulla Harvard Business Review ha individuato le 6 principali cattive abitudini che possono mettere a rischio una carriera. Parliamo nello specifico del perfezionismo eccessivo, dell’abitudine di evitare i conflitti ad ogni costo, dell’impulsività, della tendenza a scaricare le colpe, dell’ossessione per il controllo e dell’eccessiva sete di potere.

Career coaching: le cattive abitudini da eliminare per fare carriera

Chi si occupa di career coaching sa che esistono dei comportamenti difficili da eliminare, ma che vanno assolutamente messi in un angolo per non ostacolare la carriera lavorativa. È possibile che una persona, magari fin dall’infanzia, abbia imparato ad evitare i conflitti, con i fratelli e con le sorelle, con gli amici, con i partner e via dicendo. Ma questo non significa che sia la strategia giusta da seguire anche in azienda, anzi: come vedremo tra poco questo comportamento può essere deleterio.

Vediamo, quindi, le 6 cattive abitudini da eliminare per avere successo:

L’impulsività

Essere impulsivi significa avere una spiccata tendenza a comportarsi in modo precipitoso, compiendo azioni o prendendo scelte sotto la spinta di una pulsione improvvisa, senza una reale moderazione razionale. Sul piano lavorativo, l’essere impulsivi può manifestarsi in molti modi diversi: qualcuno sarà portato ad andare facilmente in escandescenza, mentre qualcun altro non rifletterà debitamente prima di prendere delle decisioni delicate per l’azienda.

Il primo passo è quello di riconoscere la propria impulsività; il secondo è invece quello di prevenirla e quindi di evitarla, prendendosi alcuni secondi per anticipare le possibili conseguenze del proprio comportamento. Come reagiranno i colleghi, i superiori oppure i clienti? Qual è l’errore che è alla base di questa reazione? Con le domande giuste, in pochi secondi è possibile fermare una pulsione potenzialmente dannosa.

Evitare i conflitti

Come detto, a livello professionale la tendenza a evitare con ogni mezzo i conflitti può risultare controproducente. Quello che potrebbe sembrare come un comportamento virtuoso, alla lunga, può infatti portare a risultati estremamente negativi per l’azienda e per il lavoratore stesso.

Il concetto di base, peraltro, è molto semplice: i conflitti, piccolo o grandi, esistono sempre e vanno affrontati. Se ripetuti nel tempo, infatti, tendono a peggiorare e quindi potenzialmente a esplodere. Molto meglio invece affrontarli per tempo parlando con i diretti interessati in modo pacato e tranquillo, prima che la tensione sia eccessiva. È estremamente utile, in tal senso, poter contare sui consigli dei colleghi e degli altri membri del team i quali potrebbero individuare dei problemi che un’altra persona sarebbe tentata di trascurare.

La mania del controllo

Tutti vogliono evitare sbagli e fallimenti. Talvolta, però, un’eccessiva mania del controllo può portare a delle posizioni troppo rigide, le quali non possono che mettere in pericolo il lavoro in team andando ad annullare o a bloccare la creatività dei colleghi e quindi la buona riuscita dell’attività lavorativa.

Dare la colpa agli altri

All’interno dei team questa è una delle cattive abitudini più dannose e più diffuse, con uno “scaricabarile” continuo. Le colpe vengono infatti scaricate sui sottoposti, sui colleghi, sui manager o persino su altri reparti dell’azienda. Il problema è che il lavoratore che incolpa gli altri si sente spesso una vittima e si comporta come tale, incolpando appunto gli altri per degli eventuali problemi riscontrati sul lavoro.

Il primo passo da fare, in questo caso, è imparare a riconoscere sempre i propri errori e quindi impegnarsi per commetterne sempre di meno, in modo da eliminare il problema sul nascere. Il fatto di lavorare in modo diligente, inoltre, renderà più difficile per gli altri scaricare le colpe su di noi. In ogni caso, è bene imparare a guardare agli errori come altrettante lezioni, e non come “colpe”.

La sete di potere

Kerry Goyette sull’Harvard Business Review parla di “power hunger”, della fame di potere di cui sono spesso vittime i manager. Quando questa sete di potere diventa eccessiva, si trasforma in egoismo, con il professionista che inizia a inseguire i propri obiettivi senza curare i rapporto con i propri colleghi. Ma da soli è impossibile avanzare: ecco perché l’eccessiva sete di potere è spesso il prodromo di una rovinosa caduta. Avere delle ambizioni non è sbagliato: è però sempre importante condividere la propria voglia di crescere con l’intero team.

Il perfezionismo

Quante volte, durante un colloquio di lavoro, un candidato afferma che il suo principale difetto è il perfezionismo, credendo di fare una buona impressione sul selezionatore! Ebbene, il perfezionismo eccessivo è però un difetto vero e proprio, che molto spesso porta a ritardare le consegne, a generare insicurezze e via dicendo. Chi teme continuamente che il lavoro fatto non sia abbastanza buono, abbastanza “perfetto”, deve fidarsi maggiormente dei colleghi e della loro opinione.

Ecco, queste sono le principali cattive abitudini che potrebbero mettere a rischio la tua carriera.

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