Assumere la persona sbagliata, per un’impresa, significa sempre e comunque un costo significativo in termini di tempo e di denaro. L’intero processo di ricerca e selezione del personale, dalla scrittura dell’annuncio di lavoro fino all’assunzione vera e propria del migliore candidato, sommato all’inserimento e all’eventuale formazione della nuova leva, costituiscono infatti delle spese tutt’altro che indifferenti per un’impresa.. Purtroppo, però, capita spesso di ritrovarsi con dei lavoratori che, nonostante la buona impressione iniziale, si rivelano poi inadeguati a svolgere nel concreto la mansione assegnatagli: di certo questa possibilità diminuisce rivolgendosi a delle aziende di selezione del personale, le quali hanno a loro disposizione delle competenze e degli strumenti appositi per analizzare al meglio i candidati. E non si parla solo della possibilità di accedere ai propri database aggiornati e di attivare i propri speciali canali di comunicazione, e nemmeno unicamente della capacità di scrivere delle job description accurate o di condurre in modo migliore e professionale i colloqui di lavoro. No, le aziende di selezione del personale sono preparate anche per individuare le bugie tanto spesso riportate sui curricula dei candidati.
Le bugie hanno le gambe corte, anche quelle riportate sui curricula
Un imprenditore, quando riceve tra le proprie mani il curriculum vitae di un candidato, si aspetta ovviamente di leggere la verità su quella persona. Eppure quello di mentire sul proprio cv è un fenomeno molto diffuso: talvolta si parla di piccole inesattezze, altre volte di leggere gonfiature, mentre altre volte ancora ci si ritrova ad avere a che fare con delle vere e proprie bugie, le quali però, se prese per vere da un selezionatore, possono danneggiare concretamente l’azienda. Assegnare a delle persone dei ruoli che non saranno in grado di svolgere penalizza un business non una, ma due volte: durante il periodo effettivo di lavoro di quella persona, la produttività e la qualità dell’impresa non potranno che risentirne, e dopodiché, quando sarà palese l’inadeguatezza del candidato, sarà necessario investire nuove risorse in un secondo processo di ricerca del personale. Per questo motivo le aziende di selezione del personale sono così meticolose nella verifica dei curricula vitae: una maggiore attenzione nella verifica delle competenze dei candidati può infatti fare la differenza, anche perché le bugie, prima o dopo, vengono a galla. E non serve di certo sottolineare il fatto che è molto meglio individuarle prima di assumere un professionista disonesto e dalle competenze fasulle.
Una pratica molto comune
Come si è anticipato la pratica di gonfiare artificiosamente il proprio curriculum vitae è molto diffusa, più di quanto si potrebbe pensare. Lo sanno bene gli head hunter delle migliori aziende di selezione del personale, i quali investono buona parte del proprio tempo proprio a verificare l’autenticità delle informazioni riportate dai candidati. Stando ad un’indagine della Società Robert Half, il 46% dei lavoratori intervistati conosce direttamente uno o più colleghi che hanno raccontato deliberatamente delle bugie sul proprio curriculum. Guardando invece ai dirigenti, il 50% di loro afferma di aver avuto a che fare con dei curricula non veritieri, i quali, nel 38% dei casi, si sono tradotti in un’automatica esclusione del candidato dal processione di ricerca e selezione del personale. Stando alla società di corporate intelligence Kroll, in Italia l’attività di screening dei cv viene effettuata raramente dalle singole aziende, nonostante il fatto che nell’86% dei curricula analizzati si incontrano delle discrepanze con la realtà.
Un controllo quasi nullo da parte delle imprese
Stando ad uno studio condotto da Graduate Prospect per conto di Higher Education Degree Datacheck, la maggior parte dei piccoli business non controlla in alcun modo la veridicità delle informazioni riportate sul curriculum vitae, mentre per quanto riguarda le grandi compagnie questa indagine viene effettuata solo in un caso su cinque. Un dato estremamente interessante relativo a questo studio è che l’89% degli studenti e dei laureati intervistati ha dichiarato che, laddove fossero a conoscenza di un processo diffuso di screening dei loro curricula, molto probabilmente smetterebbero automaticamente di inserire delle bugie.
Le bugie più frequenti
Ma quali sono le sezioni del curriculum vitae che più delle altre vengono esagerate o completamente alterate dai candidati? Ebbene, stando a Graduate Prospect, le bugie si concentrerebbero proprio nella parte dedicata all’istruzione: nel 47% dei casi si avrebbe infatti a che fare con dei ridimensionamenti del titolo di studio, mentre nel 29% dei casi le bugie riguarderebbero dei corsi non portati effettivamente a termine. Tra le menzogne più frequenti ci sono certamente quelle relative alla lingue straniere, la cui conoscenza viene molto spesso alterata in modo concreto, e la tendenza ad allungare i periodi lavorativi, per nascondere eventuali momenti di inattività.
Come fanno le aziende di selezione del personale ad individuare le bugie sui cv?
Ogni cacciatore di teste ha ovviamente i propri metodi per analizzare i cv e individuare i punti più fragili di un candidato. Di certo va sottolineato che, rispetto al passato, oggi le aziende di selezione del personale hanno a propria disposizione un’ampia gamma di strumenti per verificare le capacità, le esperienze e le competenze effettive dei propri candidati.
- – Le aziende di selezione del personale possono per esempio confrontare il curriculum vitae inoltrato in risposta all’offerta di lavoro con quelli eventualmente disponibili online dello stesso candidato, aiutandosi magari con il suo profilo LinkedIn: la presenza di differenze marcate tra le diverse versioni di un cv, ovviamente, può essere un indice di artificiosità;
- – Gli head hunter più accorti contattano parte degli ex datori di lavoro o ex colleghi dei candidati: in questo modo possono avere delle informazioni in più sul loro conto, oltre che ovviamente controllare la veridicità dei dati riportati in relazione alle loro precedenti esperienze lavorative;
- – Se la conoscenza di una determinata lingua è davvero fondamentale e di vitale importanza per lo svolgimento del ruolo ricercato, è ovviamente consigliabile organizzare delle verifiche concrete del livello di conoscenza del candidato;
- – Durante il colloquio di lavoro un cacciatore di teste esperto è in grado di verificare gli eventuali punti deboli del candidato, andando a scovare le discrepanze tra quanto dichiarato in quella sede e quanto invece riportato sul cv.
Questi sono solamente alcuni dei metodi intrapresi dalle aziende di selezione del personale per individuare le gonfiature o le falsità riportate nei curricula: una maggiore attenzione in fase di selezione del personale, come si è capito, può far risparmiare notevoli risorse ad un’impresa. Anche in questo caso, dunque, vale il proverbio ‘0 è meglio che curare’.