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Come trarre il meglio dai tuoi collaboratori. L’effetto Pigmalione

L’effetto Pigmalione

E’ possibile migliorare sensibilmente la performance del tuo team grazie al cosiddetto effetto Pigmalione: leggi l’articolo, e scopri come!

Che cosa potrà mai insegnare ai manager di oggi un antico mito, raccontato da Ovidio nelle sue Metamorfosi? In realtà, moltissimo.

Pigmalione, re di Cipro, si innamorò di una statua di donna in avorio, che lui stesso aveva scolpito. Prese allora ad assillare Afrodite, supplicandola di infondere vita alla sua opera, finché la dea – commossa dal suo amore e dalla sua fede – lo esaudì.

Vediamo bene come le aspettative di Pigmalione hanno determinato una performance inaudita: una statua diventa una donna in carne ed ossa! Allo stesso modo, le nostre aspettative generano atteggiamenti e comportamenti capaci di influire in profondità sugli eventi e le persone che ci circondano, con conseguenze importantissime nella sfera HR: scopriamole insieme!

Profezie che si autoavverano: da circolo vizioso a circolo virtuoso

Nel suo saggio The Self-fulfilling Prophecy (1948), il sociologo statunitense Robert K. Merton definisce la profezia autoavverantesi “una definizione falsa della situazione, che determina un nuovo comportamento che rende vera quella che originariamente era una concezione falsa”.

Per intenderci: se sono convinto che tutti mi odino, il mio atteggiamento nei confronti degli altri sarà ostile e rabbioso. Ma sarà proprio questo mio atteggiamento ad attirare effettivamente l’odio su di me, confermando così una credenza che, all’inizio, era semplicemente falsa. Allo stesso modo, qualora un insegnante sia convinto di avere a che fare con un alunno scarsamente dotato, ciò inevitabilmente lo porterà a trattarlo di conseguenza.

L’alunno assorbirà il giudizio negativo dell’insegnante, si convincerà di essere un buono a nulla e il suo basso rendimento finirà per dare ragione alla credenza dell’insegnante. Ben lungi dall’essere marginale, il meccanismo della profezia autoavverantesi è il fondamento della vita sociale di singoli e gruppi, tanto che qualsiasi atteggiamento discriminatorio – sociale, razziale o di genere – si può spiegare alla sua luce.

In un sistema patriarcale, per esempio, la deliberata esclusione della donna dall’istruzione, dal lavoro e dal potere funge da conferma della sua supposta inferiorità, così come – in un sistema schiavista – il costringere degli individui a condizioni di vita disumane diviene conferma della loro stessa subumanità e bestialità.

Il circolo vizioso della profezia che si autoavvera si instaura fin troppo spesso negli ambienti di lavoro: un manager, convinto dell’inadeguatezza di alcuni suoi collaboratori, prende a trattarli in modo tale da ottenere da loro quelle infime performance che si attendeva sin dall’inizio.

Ovviamente stiamo parlando di un pessimo manager, perché un bravo manager, al contrario, si comporta proprio come Pigmalione oppure, per mantenere la metafora scultorea, come Michelangelo, il quale sosteneva che “ogni blocco di pietra ha una statua dentro di sé ed è compito dello sculture scoprirla”. E’ infatti compito del manager intravedere le potenzialità e stimolare i talenti dei propri collaboratori.

Trasformando il circolo vizioso della profezia che si autoavvera in un circolo virtuoso, il manager superiore sa trarre il meglio dai suoi collaboratori, proprio perché da loro si aspetta il meglio.

Sfruttare l’effetto Pigmalione in azienda: consigli pratici

Consapevoli ormai dell’esistenza e dell’importanza dell’effetto Pigmalione, ci è possibile tracciare quelle che sono le linee guida essenziali per farne un fattore vincente di crescita e successo.

  • Aspettati sempre il meglio dai tuoi collaboratori: ciò trasmetterà in loro fiducia e desiderio di eccellere. Ricordati che un ambiente di lavoro in cui serpeggia la sfiducia porta irrimediabilmente alla paralisi. La fiducia, invece, è cinetica e infonde movimento.

 

  • Crea elevate aspettative di perfomance, senza porre, allo stesso tempo, obiettivi inverosimili e irraggiungibili: ciò scoraggerebbe il collaboratore, lo demotiverebbe portandolo a perfomances scadenti, ben al di sotto di quelle che sono le sue potenzialità.

 

  • Gratifica i tuoi collaboratori con apprezzamenti, anche pubblici. Ricordati che le persone sono assetate di riconoscimento, approvazione, consenso. Se riuscirai a farle sentire preziose e uniche, sapranno ricambiare la tua attenzione e il tuo interesse oltre ogni previsione, tanto grande sarà il loro desiderio di mostrarti quanto la tua fiducia non sia stata riposta invano.

 

  • Controlla, oltre che le parole, anche il linguaggio del corpo, perché anche attraverso di esso vengono veicolate le aspettative, positive o negative che siano: tono della voce, gesti, sguardi.

 

  • Sentiti responsabile della performance del tuo team. Il cattivo manager, grazie al circolo vizioso della profezia che si autoavvera, ha sempre – se non altro ai suoi occhi – una via d’uscita per giustificare qualsiasi fallimento: la responsabilità non è sua, bensì dei suoi collaboratori dai quali, mediocri come sono, non ci si può attendere nulla di buono. Un manager superiore invece, da vero leader, sa assumersi le proprie responsabilità. Il manager superiore sa benissimo che la perfomance dei suoi collaboratori è determinata dalle sue aspettative nei loro confronti e dal modo in cui li tratta. Il manager superiore non si trincera dietro la presunta oggettività del reale, come direbbe Watzlawick, “un’oggettività che può farci soffrire, ma della quale possiamo sentirci responsabili solo in misura limitata”. Egli al contrario si confronta “con la possibilità di essere totalmente responsabili non solo di noi stessi ma anche dell’invenzione e della produzione di realtà per altre
    persone” (Watzlawick P., “Le profezie che si autodeterminano”, in AA.VV. “La realtà inventata”, Feltrinelli, Milano 1988).

 

  • L’effetto Pigmalione è decisivo e non va sottovalutato. Se non ti senti in grado di concepire alte aspettative nei confronti dei tuoi collaboratori, valuta l’eventualità di una tua specifica formazione in proposito. Saper formare e motivare i tuoi collaboratori non soltanto li renderà capaci di performances sorprendenti, ma accrescerà moltissimo la tua professionalità e la tua stessa autostima, dal momento che un buon manager è, in ultima analisi, un gestore efficace delle aspettative in un dato gruppo.


Vorrei concludere con una splendida frase di Goethe, che ricapitola alla perfezione tutto quanto abbiamo detto finora: “Tratta le persone come fossero ciò che dovrebbero essere: le aiuterai a diventare ciò che sono capaci di essere”.

Questa è la regola aurea, capace di plasmare eventi e persone, capace di creare una realtà positiva, stimolante e feconda, in ogni ambito della vita umana: anche in azienda.

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