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L’architetto del futuro: la selezione di personale per il settore edilizia

Non è facile, dall’interno, rendersi conto di come e di quanto è cambiata questa nobile professione. È più agevole farlo dall’esterno, e non deve dunque stupire se i cacciatori di teste specializzati nella selezione di personale per il settore edilizia riescono meglio di tanti altri a spiegare come è mutato il ruolo dell’architetto negli ultimi anni, in base alle tecnologie, all’approccio e al pensiero. Di certo il cambiamento più grande è dato proprio dalle tecnologie: ancora oggi i grandi tavoli da disegno sono presenti negli studi di architettura, ma sono del tutto sotto-utilizzati o completamente abbandonati a sé stessi, messi da parte a favore degli indispensabili computer con i loro potenti software CAD. Certo, i grandi architetti sono, nella maggior parte dei casi, anche dei pregevoli disegnatori. Ma il progetto, ormai, è fondamentalmente digitale.

A cambiare non sono stati solo gli strumenti. Anzi, è cambiata in modo concreto la figura stessa dell’architetto, seguendo una traiettoria del tutto peculiare. Si parla ancora oggi, molto spesso, di ArchiStar, anche se in realtà quello è un modo ormai lontano di guardare a questi professionisti: non si ha più a che fare, infatti, con dei geni solitari che, da soli e isolati, concepiscono e progettano edifici del tutto eccentrici e singolari in piena autonomia. No, come ben sanno gli head hunter della selezione di personale per il settore edilizia, la figura dell’ArchiStar è stata via via sostituita – e affiancata – da interi team di architetti, da gruppi di lavoro che lavorano insieme per creare un progetto unico. Così come i più grandi scrittori di best seller possono contare su affiatati ghostwriter, allo stesso modo i famosi Zaha Hadidi e Renzo Piano hanno alle proprie spalle squadre di giovani architetti capaci di elaborare e dare forma alle loro idee. E se non si parla di gruppi, si parla spesso di coppie: si pensi ai successi di Robert Venturi e Denise Scott Brown.

Non si può trascurare, infine, l’importanza del pensiero sostenibile nel mondo dell’architettura moderna: all’estetica, alla resistenza e alla funzionalità degli edifici si è infatti accostato un altro canone imprescindibile, ovvero quello della sostenibilità ambientale, con i migliori architetti tesi a ridurre al minimo – se non a cancellare – l’impatto ambientale delle proprie costruzioni.

Questo, però, è l’architetto del presente. Come sono, invece, gli architetti del domani che già oggi i recruiter della selezione di personale per il settore edilizia stanno cercando per le proprie aziende clienti?

Il nuovo ruolo dell’architetto e la selezione di personale per il settore edilizia

Sono tanti i fattori da tenere in considerazione per delineare l’architetto del futuro. Ci sono tante nuove tecnologie, ma anche nuovi mercati, nuovi problemi, nuove competenze richieste durante i processi di selezione di personale per il settore edilizia. A tutto questo, poi, va aggiunto il ruolo fondamentale che ha avuto la crisi economica e finanziaria, la quale inevitabilmente ha portato a un ripensamento della figura stessa dell’architetto. Innegabilmente – e lo sanno bene i cacciatori di teste – in questo periodo si sono aperte tante nuove opportunità, ma allo stesso tempo la concorrenza tra gli studi si è fatta via via più serrata.

Le più recenti indagine statistiche hanno dimostrato che il futuro degli studi di architettura è condizionato dagli investimenti in tecnologie e competenze, pur partendo dal presupposto che la digitalizzazione dell’architetto non può e non deve portare a una semplificazione del mestiere: i nuovi software a disposizione devono portare al miglioramento della qualità dei progetti, e non nella creazione di progetti seriali e omologati.

Ma qual è, dunque, il ruolo dell’architetto in questo nuovo scenario? Ancora più di quanto sta accadendo ora, questo professionista deve essere in grado di lasciarsi alle spalle l’idea autoriale del mestiere, mettendosi a disposizione degli studi e dei committenti per comunicare e condividere le proprie idee. Come ha sottolineato più volte Alberto Ferlenga, docente di Progettazione architettonica e urbana nonché rettore dello Iuav di Venezia, il nuovo architetto è prima di tutto un regista, che deve dunque prendere sulle proprie spalle la regia e quindi la gestione dei processi.
Va poi sottolineato, ancora una volta, il cambiamento dell’edilizia in sé, la quale è chiamata a conformarsi con lo stop delle nuove costruzioni. In un’epoca in cui è chiara la necessità di fermare lo spreco di suolo, gli architetti devono dunque occuparsi sempre di più del riuso, della sostenibilità e dell’architettura di interni.

Il vostro studio sta cercando architetti capaci e progettisti preparati? Scoprite cosa possono fare per voi i nostri head hunter specializzati nella selezione di personale per il settore edilizia visitando la pagina dedicata ai servizi di recruting per l’edilizia.

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