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Aperta la “caccia” ai professionisti IT: le armi vincenti per catturare i profili migliori

La richiesta di manager e professionisti IT è sempre più elevata da parte delle aziende: una tendenza destinata a proseguire nei prossimi anni

In un paese come l’Italia, dove la disoccupazione è una costante preoccupazione, ci sono alcuni settori che non sembrano di risentire di crisi occupazionale, come quelli dell’IT e delle nuove tecnologie in generale. Anzi, è vero il contrario: sempre più spesso emergono le difficoltà delle aziende, anche le più grandi, a trovare dei profili di professionisti informatici e di manager in questi settori.

 

Da una parte la richiesta delle aziende ha raggiunto livelli sempre più elevati: complice la diffusione di tecnologie innovative e la nascita di fenomeni che racchiudono potenzialità incredibili, come quello del metaverso, la ricerca di soggetti con una professionalità avanzata nel campo informatico è sempre più una priorità.

 

Dall’altra, come emerge anche da bollettino di UnionCamere ANPAL, la domanda si scontra con un’offerta di personale disponibile molto limitata: tanto che negli ultimi mesi del 2022 le aziende alla ricerca di personale nel settore STEM vedevano la loro richiesta soddisfatta in meno del 50% dei casi.

 

Una situazione difficile, che sembra destinata a proseguire nei prossimi anni: infatti la tendenza sembra quella di una continua crescita della domanda di professionisti nel settore IT. Crescita a cui il mondo della formazione non sembra, al momento, in grado di dare una risposta concreta.

 

Il risultato finale è che i professionisti senior e i manager nel settore IT diventano “merce rara e preziosa”: da qui la necessità delle aziende di trovare gli strumenti più efficaci per “attirare” il personale informatico specializzato, sottraendolo alla concorrenza.

 

Gli strumenti adatti per attirare i talenti delle nuove tecnologie: il denaro non basta

Ma quali sono gli strumenti che si rivelano più efficaci per raggiungere questo obiettivo? Può essere interessante notare come le aziende non possono più fare affidamento unicamente sulle migliori condizioni economiche offerte (per quanto importanti) per riuscire a convincere un professionista del settore informatico a cambiare datore di lavoro. La realtà attuale ha messo in gioco necessità e desideri diversi da parte dei lavoratori, di cui le aziende devono necessariamente tenere conto.

Una leva interessante può essere quella della tipologia di progetto in cui i professionisti informatici vengono coinvolti: infatti, soprattutto se si tratta di soggetti giovani, l’obiettivo a livello lavorativo non è solo quello di guadagnare di più, ma anche quello di lavorare su progetti interessanti. Questo tipo di attività da infatti la possibilità di continuare a formarsi e apprendere, in vista di una crescita professionale che punta a traguardi ambiziosi.

Altro strumento che ha acquistato sempre maggiore importanza negli ultimi anni è quello relativo ai benefits aziendali, in particolare alla possibilità di avere un’assicurazione sanitaria, estesa anche al nucleo familiare, che garantisca le cure migliori anche scegliendo la sanità privata. Su questa particolare leva hanno molto probabilmente influito le circostanze legate alla pandemia di Covid-19 del biennio 2020-2021, che hanno portato alla luce le difficoltà del sistema sanitario pubblico.

Probabilmente sempre correlata alle circostanze particolari che hanno caratterizzato l’ultimo biennio è un’altra delle leve che possono essere utili per attrarre i professionisti del settore IT verso un’azienda piuttosto che un’altra: la possibilità di operare in smart working.

Il lavoro agile, che già era una realtà per alcune aziende e per alcuni ruoli, ha permesso di scoprire che la produttività non è necessariamente legata alla presenza fisica sul posto di lavoro. Affermazione ancora più veritiera per molti profili nel settore IT: per cui è necessaria una strumentazione tecnica di buon livello, ma che può essere utilizzata anche dal proprio domicilio.

La diffusione dello smart working causata proprio dalla pandemia di Covid-19 e dai provvedimenti restrittivi messi in atto dal Governo, ha offerto ai lavoratori la possibilità di affiancare alla produttività una qualità di vita migliore. Infatti, la diminuzione dei tempi (e dei costi) necessari per gli spostamenti ha permesso di concentrarsi maggiormente sui progetti e, allo stesso tempo, di “rallentare il ritmo” di molte attività collaterali al lavoro stesso.

La perdita di una parte della socialità, legata alla condivisione degli uffici e degli spazi comuni in azienda, sembra per i lavoratori essere un piccolo prezzo da pagare di fronte ai vantaggi legati a una maggiore disponibilità di tempo libero.

 

I professionisti del settore IT? Merce rara e con caratteristiche uniche

Il problema per le aziende che si contendono figure di alto profilo nel settore IT sembra essere quello di capire le esigenze di questa particolare categoria di lavoratori. E quindi di fare delle proposte che possano risultare davvero interessanti.

Trattare i professionisti del settore IT come altre categorie di lavoratori può essere un errore: se per un lavoratore impegnato nel settore dell’amministrazione la leva primaria di attrazione verso un’azienda rimane sempre quella di un maggiore compenso, questo non è altrettanto vero per un professionista IT.

La possibilità di “accaparrarsi” i talenti migliori, anche nell’ottica di una futura crescita delle domanda di personale nel settore delle nuove tecnologie, sta nel venire incontro a quelli che sono i “desiderata” del lavoratore.

Quindi, chi in azienda ha il delicato compito di occuparsi della ricerca del personale, dovrà considerare, nelle offerte fatte ai potenziali dipendenti, l’importanza di benefits come quello legato a un’assicurazione sanitaria ampia e la possibilità di lavorare, almeno in parte, in modalità smart working.

E dovrà sempre tenere presente il desiderio di crescita che sembra animare i professionisti del settore IT, proponendo quindi la possibilità di lavorare a progetti interessanti e utili dal punto di vista della crescita professionale.

Senza trascurare comunque l’aspetto economico dell’offerta di lavoro, che mantiene, in ogni caso, un peso di indubbia importanza. La necessità di analizzare e ascoltare quelle che sono le richieste dei potenziali dipendenti si fa quindi sempre più pressante, con l’obiettivo di offrire un contratto, per quanto possibile, “personalizzato”, che tiene quindi conto delle richieste legittime del lavoratore.

Il tutto per riuscire a vincere una concorrenza che si prospetta sempre più agguerrita: la richiesta di personale di alto profilo e specializzato nelle nuove tecnologie infatti è destinata a crescere e il rischio, per le aziende che non riusciranno ad attirare i talenti migliori con un’adeguata politica nelle condizioni di lavoro, è quello di rimanere indietro rispetto alla concorrenza, trovandosi ad affrontare un gap che può allargarsi sempre di più, fino a diventare impossibile da colmare.

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