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L’informatore medico scientifico e gli head hunter farmaceutici

Ogni anno i nuovi investimenti nelle industrie nel farmaco producono nuove soluzioni che migliorano la vita di tutti, o quantomeno mitigano disturbi e malattie. Parallelamente, il fatturato dell’industria farmaceutica continua a crescere a livello mondiale, e anzi, in Italia – perlomeno nel 2017 – questo comparto è l’unico ad avere fatturato più dopo che prima della crisi economica. Il settore farmaceutico italiano è infatti in salute, soprattutto guardando all’export: solo la Germania, infatti, esporta più medicine dell’Italia.

Ma quali sono i nuovi farmaci che stanno arrivando sul mercato? Stando alla società di intelligence di mercato EvaluatePharma, a farla da padroni tra le new entry nel 2018 sono gli antidiabetici, i farmaci contro la sclerosi multipla, i farmaci contro l’HIV, i cannabinoidi contro le convulsioni e i trattamenti per l’atrofia muscolare. Tutti questi nuovi farmaci, però, devono essere sottoposti all’attenzione dei medici: senza questo anello fondamentale, infatti, tali prodotti non potrebbero mai arrivare ai pazienti. Ed è qui che si inserisce la fondamentale figura dell’informatore medico scientifico, anche detto informatore scientifico del farmaco, tra le figure più ricercate dagli head hunter farmaceutici.

Un caso particolare per gli head hunter farmaceutici: l’informatore scientifico del farmaco

All’interno dell’universo della ricerca del personale per il settore della farmaceutica l’informatore medico scientifico rappresenta un caso a sé stante, il quale dunque richiede un approccio diverso da parte degli head hunter farmaceutici. In primo luogo, va sottolineato che questi professionisti rappresentano il principale trait d’union tra l’industria e i pazienti, ancor prima del medico curante. Ne consegue che il ruolo dell’informatore medico scientifico non è solamente quello di informare i medici dei nuovi farmaci, ma anche quello di restituire i feedback provienti da chi utilizza – prescrive – quotidianamente i prodotti. E questo vale sia per i nuovi farmaci peculiari, sia per i farmaci da banco.

Non è tutto qui: costituendo il principale ponte tra industria e clientela, l’informatore scientifico del farmaco finisce per mettere un piede fuori dal settore chimico-farmaceutico. Non a caso, accade spesso che questa precisa figura professionale venga impropriamente accostata a quella dell’agente del commercio. La tentazione, in fase di ricerca di personale, sarebbe dunque quella di affidarsi a dei generici recruiter specializzati nella selezione di personale commerciale, commettendo però un errore grossolano tale da compromettere il successo del processo di recruiting. A differenza dell’agente di commercio, infatti, l’informatore medico scientifico non prevede alcuna promozione contrattuale vera e propria, se non in casi specifici. Non rivolgendosi direttamente ai potenziali acquirenti, quanto invece ai medici, agli ambulatori e agli ospedali, questo professionista è infatti in contatto con i soggetti che eventualmente potranno consigliare o prescrivere i prodotti, ma non acquistarlo. É questa la prima e cruciale differenza che distingue tale figura dall’agente di commercio, e che dunque ne affida la ricerca specializzata agli head hunter farmaceutici. Ma, di nuovo, c’è ancora qualcosa da precisare.

L’obiettivo dell’informatore medico scientifico è quello di informare i medici circa le caratteristiche, l’efficacia, la composizione, le controindicazioni, la posologia e i metodi di impiego di farmaci nuovi o abituali. Visto dall’alto, quindi, il suo ruolo è quello di aggiornare la classe medica, la quale viene in questo modo messa nella condizione di fare tutto il possibile per curare i propri pazienti, impiegando nel modo più efficace i più efficienti farmaci. In uno scenario in cui il progresso è continuo, il colloquio tra informatore e medico risulta spesso cruciale.

Ne consegue dunque – come peraltro ha lasciato intendere la Suprema Corte di Cassazione in diverse sentenze, quali per esempio la n. 13027 del 23.10.2001 – che quella dell’informatore medico scientifico è da ritenersi non una professione commerciale, quanto invece una professione intellettuale (pur non essendo protetta da albi professionali).

Alle abilità commerciali devono dunque essere unite delle competenze scientifiche tutt’altro che comuni. Si parla infatti di chimica, di tecnologie farmaceutiche, di scienze biologiche e di medicina. Non a caso, la Legge italiana prescrive che, per accedere a tale posizione, è necessaria una laurea in chimica, in medicina, in tecnologie farmaceutiche, in farmacia, in veterinaria o in scienze biologiche. Indispensabile, inoltre, una perfetta conoscenza del mercato e della concorrenza, nonché una capacità di relazionarsi in modo efficace con il personale medico.

L’agenzia di ricerca e selezione del personale Adami&Associati presenta un’area di specializzazione per il recruiting di personale per l’industria chimica e farmaceutica, ed è pronta a mettere i migliori head hunter farmaceutici e chimici al servizio della vostra azienda: contattateci per un consulto!

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