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Ecco come gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento

Come gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento? Non sono certo poche le persone che, dopo essere state allontanate da un’azienda per i più svariati motivi, si domandano come affrontare questo argomento durante i successivi incontri con selezionatori e cacciatori di teste. Si tratta infatti di una tematica delicata, e come tale va trattata. A bloccare i candidati è però molto spesso l’incognita delle aziende: cosa pensano effettivamente i datori di lavoro, gli head hunter e i recruiter, ritrovandosi di fronte a un candidato fresco di licenziamento? Quali sono le opinioni che, a prescindere dal curriculum vitae, finiscono per influenzare inevitabilmente un processo di ricerca e selezione del personale?

Il primo pensiero: non è una situazione rara

Un candidato che si mette alla ricerca di una nuova occupazione dopo essere stato congedato da un datore di lavoro, eventualmente con il prezioso supporto di una società di outplacement, ha una preoccupazione in più rispetto a tutti gli altri candidati: cosa rispondere alla classica domanda dei selezionatori «come è terminato il precedente rapporto di lavoro?» accompagnata dalla ancora più minacciosa «per quali motivi è stato licenziato dal precedente datore di lavoro?». Queste due domande sono capaci di creare stati d’ansia non indifferenti, ed è dunque dalla creazione di una risposta adatta che si deve partire per imparare a gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento. Ancora prima, però, è doveroso capire che questa situazione, seppur stressante e difficile, è piuttosto diffusa. Nel nostro Paese, infatti, vengono licenziati ogni anno migliaia e migliaia di lavoratori. Nello specifico, si sono contati 514 mila licenziamenti nel 2014, 490 mila nel 2015, 507 mila nel 2016. La maggior parte di queste persone, nelle settimane e nei mesi successivi alla cessazione del rapporto lavorativo, hanno affrontato molteplici colloqui di lavoro, sentendosi porre pressoché inevitabilmente dei quesiti circa le ragioni che hanno portato al termine della collaborazione precedente.

Non mentire

Il primo errore nel gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento è dunque quello di farsi prendere dall’ansia. Qualunque recruiter pone la stessa domanda a qualsiasi lavoratore che di recente ha troncato i rapporti con l’azienda, e migliaia di persone non possono che rispondere di essere stati licenziati: perché farsi inquietare da una domanda e da una risposta così ‘comune’ per chi si occupa di ricerca e selezione del personale? L’importante è invece rispondere in modo adeguato. La tentazione è ovviamente quella di mascherare il licenziamento, affermando di aver personalmente dato le dimissioni. Questo, però, sarebbe un grave passo falso, partendo dal presupposto per cui i recruiter professionisti si mettono quasi sempre in contatto con il datore di lavoro precedente per raccogliere delle referenze su dei candidati promettenti. Molto meglio essere sinceri, spiegando di essere stati licenziati per un determinato motivo.

Le vittime delle famigerate ristrutturazioni aziendali non avranno ovviamente grossi problemi nel gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento: sulla loro testa, infatti, non vi è alcuna colpa o responsabilità peculiare. Tutt’altro discorso, invece, per chi si trova a gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento motivato da prestazioni insufficienti o da comportamenti inadatti. Neppure in questo caso, però, la menzogna può essere presa in considerazione: molto meglio essere sinceri, pur offrendo il proprio punto di vista per spiegare l’accaduto. L’head hunter e il potenziale datore di lavoro, infatti, non potranno che apprezzare il fatto di riscontrare un’alta somiglianza tra la versione del candidato e quella rilasciata dalla precedente azienda.

Come gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento?

Il miglior modo per gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento è quindi quello di essere sinceri e – se possibile – giocare d’anticipo, spiegando le ragioni della cessazione del precedente rapporto lavorativo ancor prima che queste vengano effettivamente domandate. Un licenziamento – e lo sanno bene i professionisti delle risorse umane e i datori di lavoro navigati – non è per forza un’onta incancellabile nella carriera di una persona. La responsabilità, molto spesso, va infatti divisa tra azienda e lavoratore. Non di rado le aziende, non affrontando con la dovuta attenzione il processo di ricerca e selezione del personale, finiscono infatti per assumere dei candidati poco adatti, i quali dunque non possono dare il meglio di sé in un determinato contesto lavorativo. In questi casi il licenziamento non è più un’ipotesi remota: durante il successivo colloquio di lavoro il candidato dovrà spiegare le passate incomprensioni, pur senza addossare l’intera colpa all’azienda precedente, e soprattutto stando ben attento a non rivelare nessun dato sensibile.

Talvolta, va sottolineato, le responsabilità di un licenziamento sono invece per lo più dalla parte del lavoratore. Anche in questo caso – per quanto difficile – si rende necessario essere completamente sinceri. Il lavoratore potrà spiegare le proprie mancanze, evidenziando che il licenziamento è stato un caso isolato e non ripetuto nel tempo, e sottolineare di essere pronto a impegnarsi al massimo per non ripetere gli stessi errori.

Vanno eliminati dall’orizzonte piagnistei e riferimenti negativi all’ex capo o ai vecchi colleghi di lavoro. Al contrario, per gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento è consigliato sottolineare gli aspetti positivi dell’esperienza lavorativa precedente, senza mai mancare di rispetto all’azienda. In questo modo, il selezionatore potrà capire di avere a che fare con un professionista leale e riguardoso.

Non esagerare

Si è detto che l’argomento licenziamento non va assolutamente evitato, che non bisogna in alcun modo mentire e che è opportuno anticipare il selezionatore spiegando la situazione in modo chiaro e garbato. Tutto questo, però, deve essere fatto in poco tempo, con poche parole azzeccate: un colloquio di lavoro non è infatti un incontro lunghissimo, e ogni minuto speso a parlare del licenziamento equivale a un minuto in meno a disposizione per far valere le proprie competenze e i propri punti di forza.

Seguendo questi consigli, è possibile gestire un colloquio di lavoro dopo un licenziamento in modo efficace e tranquillo, senza lasciarsi prendere dall’ansia e dallo sconforto. Non bisogna mai scordarsi che, in generale, i selezionatori conoscono approfonditamente le dinamiche aziendali: per dei recruiter professionisti un licenziamento, di per sé, non è un segnale negativo. A farla da padrone, invece, sono le ragioni del licenziamento, nonché il comportamento del candidato di fronte a tale situazione.

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