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L’elevator pitch durante il colloquio di lavoro

Il primo fondamentale step è passare la prima selezione, e quindi essere contattati per partecipare al colloquio di lavoro. Questo è il primo passo verso il nuovo lavoro, e va detto che in molti casi non è per nulla difficile da effettuare. Pensiamo per esempio ai processi di ricerca e di selezione del personale per delle posizioni particolarmente ambite, per le quali si candidano decine e decine – se non centinaia – di candidati. In quei casi è necessario poter sfoggiare un percorso accademico e professionale di grande qualità, nonché un curriculum vitae creato alla perfezione, e quindi capace di esaltare i punti di forza del candidato. Ma non bisogna interpretare la convocazione al colloquio di lavoro come una vittoria: spesso infatti il gruppo convocato per partecipare alla job interview è abbastanza numeroso. Le probabilità di essere selezionati sono quindi di volta in volta del 25, del 20 o del 10%. Dopo essersi impegnati per creare un cv a prova di selezionatore, dunque, è bene prepararsi nel modo corretto al colloquio di lavoro, ovvero un incontro peculiare, con le proprie regole e con le proprie particolarità. Come suggeriscono molti esperti, può essere sicuramente utile allenarsi nei giorni precedenti con delle simulazioni di colloquio di lavoro, nonché eventualmente preparare un brevissimo discorso di presentazione. Ma come si struttura un elevator pitch durante il colloquio di lavoro?

Elevator pitch: che cosa è?

Cosa è l’elevator pitch? Semplice: si tratta di un discorso breve, brevissimo, con una traccia preconfezionata, che in pochi secondi mira a catturare l’attenzione nonché il favore di chi lo ascolta. Si tratta di una forma di discorso nata e sviluppata nel mondo del business, e più nello specifico nell’affascinante mondo delle startup. Si dice infatti che la formalizzazione dell’elevator pitch sia avvenuta nella Silicon Valley, tra i tanti startupper alla ricerca e di partner e soprattutto di investitori per fare decollare il proprio progetto.

Ma perché è stato chiamato proprio elevator pitch? Semplice: per far capire che si dovrebbe essere sempre pronti a presentare il proprio progetto (che può essere la propria startup come la propria carriera) in modo efficace e breve, perché l’occasione di farlo potrebbe essere sempre dietro la porta. Pensiamo per esempio alla classica situazione dell’ascensore (non a caso si parla di elevator pitch): durante una corsa in ascensore si ha la fortuna di trovarsi al fianco di un potenziale partner, investitore o datore di lavoro: quei secondi devono essere sfruttati al meglio, con un discorso denso di significato, capace di presentare alla perfezione il proprio progetto.

Le regole per fare un buon elevator pitch durante un colloquio di lavoro

Vediamo un po’: quando si ha l’opportunità di fare un elevator pitch durante un colloquio di lavoro? Ebbene, non esistono certamente delle regole ferree. Ma di sicuro l’elevator pitch può essere prezioso per rompere il ghiaccio all’inizio dell’incontro, e soprattutto per fare immediatamente un’ottima impressione. Ecco allora che il momento più adatto è quello tipico in cui il selezionatore si rivolge al candidato con la frase “mi parli un po’ di lei”. In quel momento è possibile prendersi un po’ di tempo per il proprio elevator pitch da colloquio di lavoro.

Come abbiamo già detto altrove in altri contenuti dedicati alla preparazione del colloquio di lavoro, i discorsi imparati a memoria non sono il massimo, perché è difficile essere naturali nel ripetere questi testi. Sarebbe quindi meglio avere non un discorso perfettamente memorizzato, quando invece un canovaccio solido, una trama sulla quale poter fare di volta in volta delle variazioni minime, per non dare l’impressione di recitare una filastrocca.

Ma quali sono le regole principali per fare un ottimo elevator pitch durante un colloquio di lavoro?

  • Sintesi: la prima regola fondamentale è la sintesi, poiché il tempo a disposizione, in ascensore come durante un colloquio di lavoro, è poco, pochissimo. Un buon elevator pitch dovrebbe quindi durare trai 60 e i 120 secondi: per rispettare questo limite nel proprio elevator pitch durante il colloquio di lavoro è bene tralasciare i dettagli, senza girare troppo intorno al focus del discorso. È peraltro possibile preparare dei pitch più brevi o più lunghi, come per esempio uno da 60 secondi e uno da 150, per utilizzare l’uno o l’altro in base alla situazione.
  • Mantenere alto il livello di interesse: si potrebbe pensare che l’attenzione del selezionatore, in un discorso di uno o due minuti, sia sempre alta. Ma non è così: se l’elevator pitch risulta poco avvincente, anche un po’ dell’attenzione del recruiter, insieme al suo interesse, finisce per svanire. Ecco allora che è bene mantenere vivo il discorso, facendo eventualmente una domanda aperta – ma con una risposta breve – all’interlocutore.
  • Esercizio: l’elevator pitch va preparato e ripetuto. Può essere utile ripeterlo davanti allo specchio, come può essere molto prezioso registrarsi per capire se viene pronunciato bene, se viene posta l’enfasi dove necessario e via dicendo. Sarebbe poi preferibile presentare l’elevator pitch a degli amici oppure a dei parenti per avere un secondo parere, e per capire se il destinatario capirà o meno il messaggio centrale.
  • Non troppo in fretta: l’elevator pitch è un discorso breve, non un discorso veloce. Non ci stai con i tempi? Taglia, non accelerare!

La struttura di un elevator pitch

L’elevator pitch non ha una struttura codificata. Come detto, il tempo è poco: è bene andare subito al punto, spiegando cosa si può offrire all’azienda citando i propri punti forti, per poi passare all’esposizione dei propri obiettivi professionali, cercando di coinvolgere l’interlocutore.

Un esempio di elevator pitch per colloquio di lavoro

Ecco qui un esempio di breve elevator pitch (30 secondi circa) da fare durante un colloquio di lavoro: i saluti e le presentazioni sono già avvenuti all’inizio dell’incontro.

Sono uno specialista nello sviluppo di software per dispositivi mobili, e mi occupo di questo da più di 10 anni, ovvero dal momento in cui ho ricevuto la laurea in Informatica. Amo il mio lavoro, e tutta la mia passione si traduce nella creazione di applicazioni di successo, che hanno aiutato la mia precedente azienda a crescere molto velocemente. Vorrei mettere le mie abilità, la mia esperienza e la mia passione al servizio di questa azienda, dove so che potrò crescere ulteriormente.

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