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Il colloquio con il cacciatore di teste: ecco i nostri consigli

Ricevere una chiamata per la selezione del personale

Ammettiamolo: essere contattati da un cacciatore di teste – dall’inglese Head Hunter – è una bella soddisfazione. Questo significa che il vostro profilo professionale ha solleticato la sua curiosità, il che può benissimo essere visto come un indice della vostra buona reputazione sul mercato del lavoro. Ricevere una richiesta di contatto da parte di una società di selezione del personale è infatti una prova del vostro valore: difficilmente un cacciatore di teste convoca per un colloquio una persona poco qualificata.

Dimostrare all’head hunter tutte le proprie capacità

La richiesta di contatto da parte del cacciatore di teste, però, è solo la prima fase dell’articolato processo di selezione del personale: sbagliatissimo, dunque, iniziare a dormire sugli allori dopo la prima chiamata. Al contrario, la strada da percorrere è ancora lunghissima ed irta di ostacoli: è proprio da quel momento in poi che un candidato deve tirare fuori il meglio di sé, per fare in modo che il recruiter passi il suo nome all’azienda che sta ricercando un profilo simile al suo. Ma quali sono i consigli degli esperti per riuscire a fare una buona impressione ad un head hunter? Ecco qui un completo vademecum, da tenere sempre a mente in caso di colloqui di lavoro particolarmente promettenti per la vostra carriera.

Come prepararsi al colloquio con un cacciatore di teste

L’importanza del curriculum vitae. Può sembrare banale, ma in molti ancora si presentano alle aziende di ricerca del personale con un curriculum vitae poco curato, e persino con dei refusi di stampa. Un buon CV, invece, deve rasentare la perfezione: grammatica impeccabile, sincerità, sintesi e chiarezza sono tutte caratteristiche fondamentali. Presentato da solo, però, tende a diminuire il proprio impatto agli occhi del recruiter. Bisogna infatti capire che i cacciatori di teste visionano ed analizzano centinaia di curriculum: per fare la differenza, dunque, è molto importante accompagnare il tutto con una lettera di presentazione, scritta rigorosamente ad hoc per ogni singola candidatura. In questa sede è possibile esprimere compiutamente le vostre caratteristiche. Per fare il classico miglio in più, è buona norma dimostrare il proprio entusiasmo per l’opportunità di lavoro offerta.

Referenze significative. Le referenze da parte dei vostri datori di lavoro precedenti non sono di certo indispensabili, ma sicuramente possono dare una spinta in più. A questo scopo, è necessario assicurarsi che le eventuali referenze presentate siano effettivamente disposte a raccomandare la vostra assunzione, nel caso in cui il cacciatore di teste decidesse di verificarle personalmente.

Ottimizzare la propria web reputation. Sempre più spesso la ricerca del personale viene effettuata sfruttando i canali online. Per questo motivo, risulta fondamentale curare la propria immagine in rete: questo non significa unicamente avere un profilo aggiornato ed interessante su Linkedin, ma anche presentare dei profili rispettabili sui principali social network. Le foto osé dell’ultimo addio al celibato al quale siete stati invitati, dunque, devono assolutamente scomparire dalle vostre pagine.

Fare mente locale sui propri punti di forza. In molti consigliano ai candidati di prepararsi un discorso al fine di affrontare un colloquio di successo. I veri cacciatori di teste, però, non amano i discorsetti imparati a memoria: può esservi dunque molto più utile pensare delle risposte intelligenti a delle eventuali domande, soprattutto a quelle classiche, allenando la vostra mente ad integrare nel discorso i punti più rilevanti della vostra carriera. In questo caso, soprattutto per i più timidi, l’aiuto di un amico per prepararsi ad un buon botta e risposta potrebbe essere una mossa vincente.

Puntualità. Nessuno è mai stato premiato per essere arrivato puntuale ad un colloquio di lavoro, ma moltissimi hanno avuto la peggio anche a causa di un ritardo il giorno dell’appuntamento. Prima di un colloquio, dunque, pianificate bene gli spostamenti, per essere sicuri di arrivare all’ora giusta, né prima, né dopo.

Durante il colloquio con un head hunter

Una buona presenza prima di tutto. Né troppo eleganti, né troppo casual: per un colloquio di lavoro è necessario scegliere un dress code curato e professionale, il quale però non esuli eccessivamente dal vostro guardaroba abitudinario (durante l’incontro vis à vis, infatti, è fondamentale sentirsi a proprio agio). Di fronte al cacciatore di teste è importante mostrarsi sicuri di sé – ricordatevi che, se siete stati convocati, c’è dell’interesse verso la vostra figura – ma senza nessuna ostentazione, dando eventualmente prova della vostra curiosità per il lavoro offerto attraverso delle domande pertinenti.

Mi parli di lei. Quando un head hunter, durante un colloquio, domanda al candidato di parlare di se stesso, quello che si aspetta di sentire è una lista di informazioni che un semplice curriculum non può riportare. È quindi questo il momento perfetto per fornire degli esempi concreti e rilevanti del vostro impatto positivo nelle precedenti occupazioni professionali. Dichiarare senza alcuna prova di avere grandi capacità di ‘problem solving’ e di possedere ‘doti di leadership’, invece, non serve a nulla: un cacciatore di teste vuole sentire fatti, non sterili etichette.

Dimostrare che la vostra assunzione può essere un affare. Non dovete dimenticare mai che, da un certo punto di vista, anche la vostra assunzione è una specie di transazione commerciale. In tal senso, la ricerca del personale può essere vista come un vero investimento da parte delle aziende: per questo motivo, può essere un buon avviso convincere il recruiter dei benefici in termini di risorse che la vostra assunzione comporterebbe. Poter dichiarare di aver contribuito in prima persona all’incremento del fatturato dell’azienda in cui eravate precedentemente impiegati, per esempio, può valere molto di più di qualsiasi altro giro di parole.

Last but not least: ricordatevi sempre che, nella maggior parte dei casi, i cacciatori di teste sono specializzati in determinati settori. Qualcuno è specializzato nel settore della moda, altri nel farmaceutico, altri ancora nell’automotive: questo significa che vi ritroverete di fronte un head hunter che saprà sempre di quello che state parlando. E sì, molto probabilmente capirà anche eventuali bluff. Oltretutto, va sottolineato che la fase di selezione del personale potrebbe richiedere più di un colloquio, e contraddirsi tra un incontro e l’altro può essere fatale: la sincerità, dunque, premia sempre, dal curriculum vitae in poi.

Volete farvi avanti e presentare il vostro curriculum vitae ai nostri cacciatori di teste? Manda la tua candidatura!

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