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Come scrivere un curriculum vitae a prova di recruiter

Il curriculum vitae, visto dai cacciatori di teste

Sì, certo, lo sappiamo, la rete pullula di guide su come scrivere un curriculum vitae efficace: se ne trovano tantissimi esempi nei siti dedicati alla ricerca e alla selezione del personale, ma anche tante testate giornalistiche e magazine generalisti hanno spesso proposto la loro versione dei migliori consigli sul come scrivere un curriculum vitae vincente. E allora perché, ti chiederai, anche noi vogliamo riproporre questo argomento? Ma è molto semplice: in qualità di recruiter e di cacciatori di teste, ci ritroviamo ogni giorno a leggere ed analizzare centinaia di curriculum e, nonostante l’abbondanza di guide su come scrivere un curriculum vitae disponibili in rete, ahimè, ci ritroviamo fin troppo spesso tra le mani dei documenti davvero penosi.

Come scrivere un curriculum vitae che svetti sopra a tutti gli altri

Non per questo, però, vogliamo unirci al mucchio scrivendo le solite dieci regole trite e ritrite su come scrivere un curriculum vitae. No: per il bene dei candidati, per il bene delle aziende che ogni giorno ricevono decine di candidature, e anche per il bene di tutti gli addetti della ricerca e selezione del personale da Palermo a Milano, oggi vogliamo dare alcune dritte speciali su come scrivere un curriculum vitae migliore di quello degli altri candidati, partendo dal presupposto che noi recruiter, per primi, vorremmo sempre trovarci tra le mani dei documenti esaustivi, completi e ben formati.

Andresti mai ad un colloquio di lavoro in pigiama?

Immancabilmente, in ogni guida su come scrivere un curriculum vitae, si raccomanda di non fare errori di scrittura, di punteggiatura e di impaginazione, oltre che di essere sintetici, sinceri e di inserire la liberatoria sulla privacy. Ma questi sono tutti consigli ormai scontati e dati per acquisiti: tutte le persone che oggi si ritrovano a scrivere il proprio curriculum sanno benissimo di non dover fare errori grammaticali – eppure non puoi davvero immaginare quanti tracolli di questo tipo noi selezionatori ci troviamo ad affrontare ogni giorno. Del resto, per evitare tutti questi imbarazzanti errori, basterebbe sedersi davanti ad un computer e redigere il proprio cv tenendo bene presente in testa che qualcuno dovrà leggere ed analizzare quel documento, e che da quel recruiter, in quel preciso momento, dipenderà la propria carriera lavorativa.

Un curriculum non si scrive per se stessi, non è una lista della spesa o un foglio di diario: è il nostro riassunto, il nostro ritratto più fedele, il nostro ‘sostituto’ documentale agli occhi di un’altra persona. Presentarsi ad un recruiter con un cv impaginato male, senza firma, con le virgole seminate a pioggia e le h inserite a caso, dunque, equivale a bussare alla porta di un colloquio di lavoro in pigiama, con il trucco sfatto e senza una ciabatta. Ancor prima di pensare a come scrivere un curriculum vitae, dunque, pensa a come vorresti presentarti al tuo prossimo datore di lavoro, fai un esame di autocoscienza, e solo dopo apri un nuovo file di testo per inserire le tue esperienze accademiche e lavorative.

Tu non vuoi essere uno dei tanti

Non c’è niente da fare, è inutile girarci intorno: in un processo di ricerca e selezione del personale l’importante è farsi notare. Ti stai candidando come account a Milano? Bene, pensa che intorno a te ci sono migliaia di lavoratori come te che stanno facendo la stessa cosa, e che hanno mandato il loro stesso curriculum vitae. Perché il recruiter dovrebbe scegliere proprio te? L’unica cosa che può fare la differenza, perlomeno all’inizio, è proprio il tuo cv, ovvero il riassunto delle tue caratteristiche personali e professionali, il quale però va redatto con un minimo di personalità, così da poter davvero risaltare su tutti gli altri curriculum sterili ammucchiati sulla scrivania o nella casella email di un’azienda.

Quale datore di lavoro o quale recruiter potrà mai restare colpito dal centesimo cv anonimo capitato tra le sue mani? Per questo in ogni guida sul come scrivere un curriculum vitae efficace bisognerebbe specificare che bisogna dare al lettore ciò che egli vuole davvero sapere, ovvero se tu, candidato, saprai veramente fare ciò che lui, il datore di lavoro, pretenderà che tu faccia. Non lasciare dunque nulla al caso: per ogni voce che inserisci nel tuo riassunto professionale, inserisci quindi le capacità concrete che pensi di aver acquistato o migliorato in quella determinata situazione, e metti quindi in mostra il professionista che si ‘nasconde’ in mezzo alle righe di quel cv. Nel tuo nuovo curriculum vitae, dunque, non limitarti a scrivere le tue diverse competenze, ma fai qualche passo in più, indicando gli episodi e i contesti in cui queste specifiche skill sono state acquisite e si sono rivelate fondamentali.

L’eterno dilemma: curriculum vitae con o senza formato europeo?

Da questo punto di vista, dunque, sempre più dirigenti HR e recruiter dichiarano di preferire i formati liberi e personalizzati rispetto al rigido formato europeo, il quale di fatto non lascia molto spazio alla valorizzazione dei punti di forza del singolo candidato. Il nostro consiglio, dunque, è quello di utilizzare il formato europeo solo e unicamente quando questo viene domandato specificatamente nell’annuncio di lavoro, come spesso avviene in caso di ricerche di personale nell’amministrazione pubblica. Il grado di creatività con il quale comporre il proprio curriculum, detto questo, dipenderà ovviamente dal ruolo ricercato e dall’azienda in questione: in un semplice impiegato di uno studio commercialistico non viene ovviamente ricercato lo stesso estro creativo che si dà invece per scontato in un web designer!

E poi c’è chi esagera, e persino chi bara

L’ho detto prima: in tutte le guide su come scrivere un curriculum vitae si raccomanda di non mentire, anche perché, nel campo della ricerca e della selezione del personale, le bugie hanno le gambe corte, e i cacciatori di teste, nei colloqui con i candidati, impiegano pochi minuti per portare a galla le più piccole menzogne. Alcuni tendono ad esaltare una particolare competenza che invece non possono davvero vantare, altri affermano di parlare un ‘eccellente’ inglese quando il loro livello è poco più che mediocre, e altri ancora trasformano licenziamenti in abbandoni volontari. Ed il bello è che molto spesso, invece di falsare in questo modo la realtà, i candidati perdono l‘opportunità di ricercare all’interno della propria carriera e del vissuto degli elementi ‘veri’ in grado di rendere il loro curriculum davvero inconfondibile e vincente. Un determinato interesse, una particolare skill, un’esperienza di studio specifica, persino un hobby inusitato potrebbe fare la differenza, in tutta sincerità, senza dover ricorrere a iperboli o vere e proprie bugie.

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